«Lucini, che delusione
Sulle paratie ha fallito»

Il presidente della Camera di Commercio attacca il sindaco di Como: «Ci ha dato rassicurazioni che non si sono mai realizzate nei fatti»

Che ci sia un forte malcontento in città per l’ennesima battuta d’arresto lungo il percorso che avrebbe dovuto portare alla ripresa sul lungolago, non è un mistero. Un malcontento che finisce per riversarsi soprattutto sul sindaco Mario Lucini. Per il suo ruolo, certo, ma anche perché c’erano grandi aspettative dopo le elezioni del 2012 proprio rispetto a una possibile risoluzione del “caso paratie” in tempi ragionevoli.

Prevedibile, quindi, la delusione che serpeggia nella cosiddetta società civile (e in ampi settori della sinistra).

Meno prevedibile la stroncatura - non si può chiamarla in altro modo - che arriva dal presidente della Camera di commercio Ambrogio Taborelli. Un imprenditore non certo ostile a Lucini (l’ha difeso a più riprese pubblicamente e oggi ammette di averlo votato) ma nettissimo nel bocciare le scelte fatte dal sindaco sulle paratie. Così come l’idea - svelata in questi giorni dallo stesso sindaco - di completare l’opera con una procedura che consenta di superando le contestazioni dell’Anticorruzione.

Sono trascorsi tre anni e mezzo dalle elezioni. Avrebbe mai pensato di ritrovarsi con i lavori sul lungolago ancora fermi?

Ho il rispetto nei confronti di chi riveste ruoli di responsabilità nell’amministrazione pubblica, perché è un compito davvero difficile. Purtroppo Lucini ci ha dato rassicurazioni che poi non si realizzano nei fatti. No, non me l’aspettavo.

Promesse non mantenute?

Anche quando ne abbiamo perlato di recente, al Tavolo per la competitività, sembrava che una soluzione fosse stata individuata, dopo tante promesse. Ora non so cosa ci verrà a dire, allo stesso tavolo, nella riunione in programma il 19 febbraio.

L’intervista di Michele Sada ad Ambrogio Taborelli, sul quotidiano La Provincia in edicola oggi o sull’edizione digitale

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