Lungolago, lo scandalo delle grate
Il Comune dorme: altri due anni?

La passeggiata era stata realizzata dagli Amici di Como attraverso il cantiere delle paratie. Brunati: «È tempo di darsi una mossa, ci vuole attenzione per questa parte della città»

«Un anno e mezzo fa restituivamo la passeggiata sul lungolago al Comune, dopo averla gestita per quasi sei anni, mantenendola in perfetta efficienza. Ora le sue condizioni sono lì da vedere e questo luogo, per il quale arrivano a Como migliaia di turisti da tutto il mondo, presenta un degrado del quale si farebbe volentieri a meno»: la voce di Daniele Brunati, coordinatore dell’associazione Amici di Como, si aggiunge a quella di chi vorrebbe ben altro decoro per una città che mostra di volere inseguire con sempre maggior convinzione la propria vocazione turistica. E invece è costretta a sopportare la bruttura di quelle grate che deturpano la vista del lago.

È titolato a parlare, lui che, proprio con gli Amici, sette anni fa prese in mano la situazione di un lungolago impraticabile e ridotto a cantiere. «Inventammo la “passeggiata” - ricorda Brunati - un percorso protetto da piazza Cavour ai giardini a lago, per permettere ai passanti di godere del lungolago, senza interferire con i lavori per le paratie, realizzato grazie alle sponsorizzazioni e alle donazioni di tanti imprenditori, con materiali di qualità e a una progettazione molto valida».

Doveva durare sei mesi, è andata avanti quasi sei anni. «Allora il Comune fu davvero celere, in un mese e mezzo ci fece ottenere tutte le autorizzazioni, e in breve potemmo riaprire il lungolago ai comaschi e ai turisti, che così hanno potuto raggiungere i battelli della Navigazione in tutta sicurezza. Da parte nostra era doveroso fare continui interventi di manutenzione, con il verde che veniva rinnovato di anno in anno ed era sempre in ordine».

Di quel percorso protetto, ora che il cantiere delle paratie non interessa più la parte occidentale del lungolago, non vi è più necessità, e infatti il Comune si era impegnato a smantellarlo e a ripristinare l’accesso libero della visuale lago, ancora impedita dalle grate. Così non è stato.

«Ci sono motivi di sicurezza, da quel che ne so - dice ancora Brunati - Ora non voglio passare per colui che punta il dito contro il Comune, e non lo faccio, perché capisco le difficoltà oggettive a intervenire in un’area che è stata interessata da un cantiere complicatissimo. Però mi sento di chiedere maggiore attenzione, per questa che è la parte più pregiata della città, che andrebbe tutelata e valorizzata. Ci sono erbacce, ci sono i contatori in vista. Fino all’altro giorno c’era un cavo elettrico sospeso».

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