Manda alla ex un selfie armato di pistola
Arrestato dai carabinieri per stalking

Donna comasca perseguitata per mesi dal fidanzato con cui aveva rotto la relazione. Appostamenti, minacce anche di morte, pedinamenti e insulti in una escalation allarmante

«Scoverò i nemici / E dopo averli uccisi / Sarò fra i latitanti / Ma finché li cerco io / I latitanti sono loro». Il giorno in cui questo ritornello, preso da una canzone di De Andrè, è finito in una storia su facebook, i carabinieri hanno deciso che l’ex fidanzata dell’autore del post a casa sua non sarebbe più stata al sicuro. E l’hanno quindi trasferita in una casa protetta. La settimana successiva il Tribunale di Como ha deciso di far scattare le manette ai polsi del responsabile della “story”, finito in carcere con l’accusa di stalking.

L’arresto

È stato preso ad Ardenno, in Valtellina, Paolo Martinelli, 41 anni, nato a Como, residente in provincia di Sondrio, ma di fatto domiciliato per la maggior parte della settimana nella nostra città. L’accusa, nei suoi confronti, è quella di aver trasformato la vita della sua ex fidanzata, una donna comasca con la quale aveva allacciato una relazione durata circa un anno, in un autentico incubo.

A convincere la Procura di Como a chiedere e a ottenere la custodia cautelare in carcere per l’uomo è stata l’escalation delle minacce e delle persecuzioni di Martinelli nei confronti della donna. Tra la fine di dicembre e il momento dell’arresto l’uomo - nonostante la relazione fosse finita da ben oltre un anno - ha bersagliato la sua vittima con una serie di insulti, foto, minacce, blitz fuori casa, all’esterno del supermarket durante la spesa, addirittura durante le passeggiate nei giardini pubblici oppure in occasione delle escursioni nella casa di villeggiatura - fuori Como - che la donna possiede. In alcune occasioni sarebbe arrivato anche a dormire nello scantinato del condominio della ex.

L’inchiesta

In realtà il tormento durava da sempre, ed era iniziato già durante la loro relazione, accusa la Procura, forte dell’inchiesta condotta dai carabinieri della stazione di Como. Eppure la vittima di queste persecuzioni ha sempre evitato di denunciare l’ex fidanzato «per timore di pregiudicarlo eccessivamente» con una segnalazione alle forze di polizia, sottolineano gli inquirenti. Soltanto quando l’escalation di atti persecutori si è fatto insostenibile, ha deciso di presentarsi dai carabinieri.

Due, in particolare, gli episodi che hanno trasformato l’esasperazione per i continui messaggi e tentativi di chiamate in autentico terrore. Il primo: quando se l’è trovato fuori dal supermaket ad attenderla e a minacciarla esplicitamente, quel giorno intervennero in forza polizia e carabinieri, ma di Martinelli non fu trovata traccia. Il secondo: l’invio di due fotografie particolarmente inquietanti, in cui l’uomo si era fatto un selfie armato di pistola e in cui veniva ripreso con una mazza da baseball in mano nell’intento di colpire un teschio umano. Ma non è solo la donna ad aver fatto le spese dell’ossessione del quarantenne valtellinese.

Anche alcuni amici - alcuni dei quali solo “virtuali”, ovvero conoscenze via social - sono stati presi di mira da quella che il giudice delle indagini preliminari bolla come «una gelosia ossessiva».

Per rendersi conto della gravità della vicenda basti citare i passaggi dell’atto d’accusa, in cui a Martinelli viene contestato di aver «minacciato di more» di aver «ingiuriato» di aver «sottoposto a limitazioni e costrizioni della libertà personale» di aver «intimorito» di aver «pedinato» di aver «tempestato» con telefonate e messaggio la sua ex fidanzata.

Martinelli ora si trova in carcere a Sondrio, dove forse già domani sarà interrogato dal giudice nell’udienza di garanzia per sentire la sua versione dei fatti.n 
R.Cro.

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