Cronaca / Como città
Sabato 24 Dicembre 2016
Maroni: «Paratie, via tutte le palizzate»
II governatore sul cantiere del lungolago dopo la risoluzione del contratto con l’impresa. «Tanto lavoro da fare, ma vogliamo ridare visibilità al lago togliendo le barriere che non servono e decoro all’area»
A Como di prima mattina per vedere personalmente la situazione del cantiere delle paratie pochi giorni dopo l’addio all’azienda Sacaim, che aveva ottenuto l’appalto per la realizzazione dell’opera dieci anni fa. Il presidente della Regione Roberto Maroni ha percorso tutto il tratto di lungolago bloccato dal cantiere: dalla biglietteria della Navigazione è arrivato fino ai giardini a lago (nel cellulare ha una foto con i figli di diversi anni fa scattata proprio su una panchina in quella zona) percorrendo la passeggiata riaperta provvisoriamente da “Amici di Como”. Poi lungo il vecchio marciapiede fino a Sant’Agostino. In tutte le tappe, durante le quali ha chiesto spiegazioni al responsabile del procedimento, il vice direttore generale di Infrastrutture Lombarde Guido Bonomelli, al direttore dei lavori Alessandro Caloisi e al responsabile dell’unità di crisi Paolo Baccolo, la sua indicazione è stata quella di «levare tutto, via tutte le palizzate». Accompagnato dal sottosegretario regionale Alessandro Fermi e dal consigliere segretario Daniela Maroni. «Dopo la risoluzione del rapporto con Sacaim, sono voluto venire personalmente, perché adesso la responsabilità è nostra - ha commentato al termine del sopralluogo il governatore - Abbiamo affidato il progetto a Infrastrutture Lombarde, c’e’ tanto lavoro da fare, ma vogliamo ridare visibilità al lago, togliere alcune barriere che non servono, sistemare bene. Adesso iniziamo a occuparcene noi. Como merita l’attenzione che in passato non ha avuto». I tempi, come ha chiarito Maroni, «sono molto stretti» e ha chiarito che la Regione intende «accelerare il più possibile». «Vogliamo fare le cose velocemente - ha detto - ma anche bene. L’obiettivo - è sistemare al meglio l’area, togliendo quanto non serve per ridare la vista del lago ai comaschi e ai turisti».
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