Mauro, Gabriele e Andrea
Ecco i tre nuovi diaconi

Ordinati ieri dal vescovo in Duomo

«Come Maria, vi è chiesto di entrare nel progetto di Dio in piena fiducia e in totale disponibilità al cammino di fede della Chiesa del nostro tempo, condividendo le gioie e le fatiche che oggi attraversiamo».

Con queste parole, nella solenne celebrazione di ieri pomeriggio in Duomo, il vescovo Oscar Cantoni si è rivolto ai tre nuovi diaconi che ha ordinato con la preghiera consacratoria e l’imposizione delle mani.

Sono don Mauro Confortola, 33 anni e originario di Livigno, don Gabriele Mandaglio, 29 anni, di Bulgorello (Cadorago) e don Andrea Pelozzi, 26 anni di Azzio (Varese). I tre giovani provengono da zone diverse, che rappresentano l’intero territorio su cui si estende la vasta Diocesi di Como. «Ricevere il dono del diaconato nella solennità dell’Immacolata penso che sia davvero una benedetta coincidenza di cui fare tesoro - ha affermato il rettore del Seminario vescovile, don Alessandro Alberti, all’inizio della celebrazione -: guardare a Maria e ascoltare le sue parole nel Vangelo di oggi, “Eccomi, sono la serva del Signore”, è garanzia certa di fiducia per Mauro, Gabriele e Andrea, che oggi con il loro “eccomi” consegnano liberamente la loro vita in maniera totale e definitiva, attraverso la Chiesa, nelle mani di Dio, per vivere come Cristo nel servizio dei fratelli».

Don Alberti, morbegnese che ha da tre mesi lasciato la guida della parrocchia di Bormio per divenire rettore del Seminario, ha sottolineato che la stola ricevuta ieri dai tre giovani diaconi «è la stessa del giorno dell’ordinazione sacerdotale: si tratterà solo di riposizionarla, di rimetterla pienamente e con generosità sulle spalle».

Il ricordo di don Roberto

Quindi, ha richiamato note parole di don Tonino Bello, per invitare ad amare la stola e a non dimenticare «il parallelismo con il grembiule della lavanda dei piedi. “La Chiesa del grembiule” non sia solo uno slogan o una pia immagine, ma ci ricordi ancora quella lampante equazione evangelica per cui la pulizia della stola solenne delle celebrazioni liturgiche è direttamente proporzionale a quanto sporchiamo il grembiule del servizio con i gesti quotidiani di accoglienza, di fraternità e di misericordia». Così ha voluto ricordare «il costosissimo sacrificio doloroso e, allo stesso tempo, luminoso di don Roberto Malgesini, diacono e prete del nostro presbiterio, ci è di grande presbiterio. Pensando anche a lui, affidiamo a Maria Santissima questi nostri nuovi diaconi».

Un mondo più bello

Durante la sua omelia, il vescovo Oscar ha sottolineato che lo Spirito Santo conferito nell’ordinazione diaconale è «Spirito di illuminazione», che permette quindi di considerare «la realtà complessa del nostro tempo, le condizioni difficili che le persone oggi vivono, l’impegno a volte faticoso della Chiesa stessa, non più con i soli parametri umani, ossia con criteri e con giudizi del tutto personali, ma con lo stesso sguardo con cui Dio ama gli uomini, con le loro aspirazioni e i loro desideri, con le loro imperfezioni e con i loro limiti, ma anche con il desiderio sincero di contribuire a rendere più bello e più abitabile il mondo, più giusto e più fraterno».

E ai nuovi diaconi ha detto: «sarete per ciascuno una benedizione di Dio, è il più grande servizio che potete regalare alle persone che incontrerete e che esse stesse si aspettano».

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