Mense, l’esperta contro la pizza
«Che errore servirla a scuola»

La dietista Carla Barzanò “frena” la protesta dei genitori

«I bambini imparino non solo le tabelline, ma anche la giusta alimentazione»

«A scuola si impara a leggere, a scrivere e anche a mangiare». Carla Barzanò, nota dietista e studiosa dell’educazione alimentare, era a Palazzo Cernezzi, per il premio Marco Riva, il docente e ricercatore comasco delle tecnologie alimentari scomparso nel 2008.

Nelle mense scolastiche di Como gli alunni mangiano a fatica, buttano buona parte di ciò che sta nel piatto, i menù dell’Asl sono diventati più rigidi e salutisti. Ecco il parere dell’esperta. «A scuola si va per imparare – dice Barzanò – per apprendere cose che ancora non si sanno, non solo le tabelline, ma anche una corretta alimentazione. Le statistiche del resto raccontano che tra il 30 e il 40% dei nostri figli sono sovrappeso. Il gelato e la pizza i bimbi li mangiano già a casa, non apprenderebbero niente di nuovo se li mangiassero anche a scuola». Cosa che però avviene, almeno per quanto riguarda la pizza.

«Invece il pinzimonio, la bruschetta, la focaccia alle verdure possono essere cose diverse da apprezzare. Devono essere colorate, presentate bene, mai imboccate di nascosto con un trito o un frullato. Quanto alle prescrizioni Asl serve non essere troppo puntigliosi, meglio coinvolgere le famiglie nella costruzione dei menù, riproponendo ciò che è piaciuto e facendo assaggiare le novità».

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