Cronaca / Como città
Venerdì 13 Luglio 2018
«Migranti? No, il vero allarme
è la criminalità organizzata»
Intervista al prefetto uscente, Bruno Corda: «Il mio più grande rammarico? Non aver eliminato le truffe agli anziani»
Tra meno di due settimane il prefetto Bruno Corda lascerà Como da quattro anni e mezzo. Un’occasione per fare un bilancio su immigrazione, ’ndrangheta, criminalità, rapporti umani.
Iniziamo l’intervista parlando di immigrazione. A torto o ragione il tema caldo, oggi, in Italia. Sicuramente lo è stato per Como in passato ed è legato al suo prossimo incarico, al Dipartimento per l’immigrazione, frutto del lavoro fatto qui. Mai avuto paura che l’emergenza del 2016 potesse degenerare?
L’immigrazione è un fenomeno che muta continuamente e velocemente. Per contesti storici, ma non soltanto. Fino al luglio 2016 noi avevamo un numero di riammissioni dalla Svizzera molto basso. All’improvviso i numeri sono cambiati: 4mila a luglio, 6mila ad agosto. (...). Di problemi dal punto di vista della sicurezza e dell’ordine pubblico i migranti non li hanno creati. Merito anche delle forze di polizia, che hanno garantito e continuano a garantire un grandissimo impegno.
Lo ammetta: quanto il mondo del volontariato ha contribuito ad aiutarvi a gestire l’emergenza?
C’è stato un grandissimo apporto da parte del volontariato. Apporto atteso, visti i numeri importantissimi di volontari che si occupano di sociale in provincia di Como. Grande importanza ha avuto la mensa di Sant’Eusebio e grandissima importanza ha avuto la Caritas.
Da un’emergenza del passato a una ancora attuale: la criminalità organizzata. Non pensa che il territorio si sia dimostrato un po’ troppo permeabile, soprattutto alla ’ndrangheta?
Mi ha colpito il fatto che il fenomeno non fosse esogeno rispetto al tessuto economico e sociale, ma, ovviamente su fatti comunque limitati rispetto alla stragrande maggioranza delle imprese, ha interessato anche attività economiche locali. Qualche imprenditore ha ritenuto di poter considerare la criminalità organizzata uno strumento che potesse essere utilizzato all’occorrenza (...) Mai sottovalutare il fenomeno, il vero pericolo è pensare che il problema della criminalità organizzata sia stato risolto o che riguarda pochi. Non è così.
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