Minori in fuga dall’Egitto: 45 ragazzini arrivati da don Giusto e la parrocchia di Rebbio ora chiede aiuto

Como Le parole del parroco dopo l’arrivo inatteso di un gruppo di minori: «Strutture piene, così vengono da noi: una fatica enorme, chi può ci dia una mano»

Troppi migranti adolescenti in arrivo in città, 45 giovani egiziani sono ospiti in questi giorni a Rebbio: la parrocchia chiede aiuto e cerca volontari.

Quasi all’improvviso si sono presentati alle porte della città decine di minori non accompagnati, soggetti di cui le nostre istituzioni devono per legge farsi carico. Si tratta soprattutto di giovanissimi in viaggio da nord Africa, dall’Egitto tramite la Libia.

Vogliono restare

I centri d’accoglienza delle vicine province come quelli approntati per conto dell’amministrazione comunale sono tutti pieni, non ci sono posti liberi. E così sono di nuovo oratori e chiese a rispondere all’appello.

«Abbiamo appena accolto 45 minorenni di nazionalità egiziana – racconta don Giusto Della Valle, il parroco di Rebbio – sono tutti giovani bisognosi di un’accoglienza temporanea. Non sono però adolescenti in transito, come spesso accade per altre nazionalità. Ad esempio gli afghani, che passano da Como ma sono intenzionati a proseguire, verso la Svizzera e oltre. Sono invece ragazzi e ragazze che vogliono restare qui, in Lombardia o comunque in Italia. Il territorio comasco sente forse la vicinanza con Milano, ma in tutta la Regione ci dicono che i centri d’accoglienza per i minorenni sono pieni, non c’è posto, città compresa».

Il tema dei minori non accompagnati a Como è da tempo al centro dell’attenzione, il Comune è tenuto a farsi carico dei bambini e degli adolescenti in assenza di accompagnatori e tutori legali.

Terra di passaggio

Vicino al confine, come terra di passaggio, da anni siamo toccati da un alto numero di passaggi. Laddove Stato e Comuni non arrivano, ecco la rete della solidarietà.

«Sì però abbiamo anche noi bisogno di una mano – dice don Giusto – sono tutti arrivi imprevisti, non programmati. Dunque necessitiamo almeno di volontari, persone di buona volontà disponibili per l’accoglienza. Dobbiamo seguire questi ragazzi, non tanto per mangiare e dormire, ma per tentare di trovare loro delle soluzioni per la scuola, per una qualche forma di istruzione. Per fare sport, per inventare qualche laboratorio. Non possiamo lasciarli soli».

Si può fare riferimento alla parrocchia o alla rete per la grave marginalità che opera in città. Al coordinamento servizi Porta Aperta di Caritas e ad enti impegnati sul tema come i Padri Somaschi. Ecco il messaggio che circola tra i volontari: «La parrocchia di Rebbio sta ospitando alcuni minori stranieri non accompagnati che arrivano prevalentemente dall’Egitto. Al momento stiamo accogliendo 45 minori e un numero così alto comporta una grandissima fatica. Si vuole mantenere per loro un luogo accogliente e stimolante, realizzando attività in cui tutti i ragazzi possano impegnarsi. Per fare questo abbiamo bisogno di volontari che possano mettere a disposizione il loro tempo libero soprattutto durante le ore diurne».

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