Mistero in Camera di Commercio
Spariti 20mila euro dei dipendenti

Il tribunale ordina un supplemento di indagine su un ammanco di denaro di proprietà della cassa mutua sanitaria dei lavoratori. I soldi erano in cassaforte: non ci sono più

Como

La Procura della Repubblica di Como è tornata in questi giorni a indagare su una vicenda al centro di un esposto risalente allo scorso anno, riguardante la sparizione di una somma di 20mila euro di proprietà della cassa mutua sanitaria dei dipendenti della Camera di commercio di Como.

I soldi erano contenuti in una cassetta di metallo, a sua volta custodita all’interno della cassaforte dell’ente di via Parini.

Non c’è più un centesimo.

Ad accorgersene era stata, a suo tempo, la tesoriera dell’associazione, una associazione spontanea nata tra i lavoratori per farsi mutualisticamente carico delle spese mediche di ciascuno, secondo una formula che prevede il pagamento di piccole somme mensili utili, appunto, alla costituzione di un fondo.

Il problema, che si è posto fin dalle prime ore delle indagini, è che non ci sono certezze sul reale importo del denaro scomparso, poiché da tre anni almeno né la tesoriera né i revisori dei conti stilavano un bilancio delle entrate e delle uscite (le fatture presentate dai soci venivano comunque pagate regolarmente e con puntualità, a dimostrazione del fatto che il meccanismo funzionasse correttamente). La Procura della Repubblica, dopo avere indagato per mesi, aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo, non essendo riuscita a raccogliere indizi a carico di alcuno: alla richiesta di archiviazione si erano però opposti i vertici dell’associazione mutualistica decisi a fare chiarezza sul destino del denaro.

Il giudice Carlo Cecchetti, accogliendo la sua istanza , ha disposto un supplemento di indagine, tuttora in corso. Di fatto si tratta dell’ultima spiaggia: se da questo nuovo giro di interrogatori (condotti dai carabinieri su delega del pm Maria Vittoria Isella) non dovesse emergere nulla, la sparizione dei soldi dei dipendenti rischia di rimanere per sempre un mistero.

La questione è emersa nelle ultime ore a seguito dell’avvenuto recapito di una lettera anonima nella sede della redazione lecchese del quotidiano La Provincia (come noto i due enti camerali di Como e Lecco si sono appena fusi).

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