Morbillo, il 9% dei bimbi non vaccinato
Ai pediatri segnalati 406 nomi

A Como per i nati nel 2014 il tasso di copertura si ferma al 91%, l’ex Asl scrive a tutti i medici. L’appello: «Parlate con i genitori, rifiutano la misura di prevenzione per timori infondati»

Sono 406 i bambini comaschi nati nel 2014 e non vaccinati contro morbillo, rosolia e parotite. Quasi uno su dieci. L’elenco con tutti i nominativi è stato inviato nelle ultime ore dall’Ats (ex Asl) ai pediatri presenti sul territorio, nella speranza che possano convincere i genitori a cambiare idea.

In provincia di Como gli assistiti nati nel 2014 sono 4.606 e il tasso di copertura si ferma al 91,2% nel caso del vaccino “trivalente”. I numeri, preoccupanti, confermano dunque il fenomeno denunciato di recente dai medici: aumentano sul Lario le famiglie che rifiutano le vaccinazioni.

Il risultato è l’incremento dei casi di morbillo tra gli adulti, All’inizio di quest’anno sono stati diagnosticati 6 casi al Sant’Anna e 2 a Cantù, nei due anni precedenti c’era stato un solo caso nell’arco di 12 mesi. In Lombardia tra il primo gennaio e il 17 marzo sono stati registrati 129 casi, contro i 70 dell’intero primo semestre del 2016.

«Su indicazione di Regione Lombardia - confermano dall’Ats dell’Insubria - abbiamo provveduto ad inviare a ogni pediatra di famiglia i nominativi degli assistiti nati nel 2014 che, in base ai dati della nostra anagrafe vaccinale, risultano non vaccinati contro morbillo, parotite e rosolia, oppure non si sono sottoposti alla vaccinazione “esavalente”, in tre dosi (antitetanica, antidifterite, antiemofilo B, antiepatite B, antipertosse, antipoliomielite)». I dati relativi a quest’ultima tipologia sono migliori ma non consentono di cantare vittoria, visto che ci sono 255 bimbi non coperti (5,5%).

Gli elenchi sono stati forniti ai pediatri, spiega l’Ats, in quanto «figure di riferimento per la salute dei bambini», con la richiesta di «promuovere attivamente un confronto e una riflessione con i genitori che abbiano deciso di non vaccinare o di ritardare le vaccinazioni dei propri figli, per timori solitamente infondati».

Il servizio completo nell’edizione de La Provincia in edicola sabato 29 aprile

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