Muggiò: caos piscina
Potrebbe non riaprire più

Impianto bloccato: i lavori per riparare un tubo, iniziati in pesante ritardo, non sono terminati. Convenzione a Roma, ma ancora non c’è l’ok. Poi la commissione di vigilanza e 10 giorni per scaldare la vasca

I tempi si allungano ancora, ci sono tanti punti di domanda e praticamente nessuna risposta. Per la piscina olimpionica di Muggiò, chiusa dallo scorso mese di luglio e vuota da più di un mese, inizia a farsi largo l’ombra della non riapertura dell’impianto per questa stagione. Nella migliore delle ipotesi, invece, se ne riparlerà tra fine marzo e inizio aprile.

Cantiere ancora in corso

Andiamo con ordine analizzando i diversi elementi in gioco. Partiamo dai lavori per la riparazione della perdita d’acqua scoperta a dicembre. I lavori per la riparazione del tubo sono in ritardo di un mese. Il 20 gennaio scorso, con la piscina svuotata completamente, il Comune in una nota diceva: «I lavori per la riparazione della perdita alla tubazione della vasca principale della piscina di Muggiò saranno completati entro la settimana corrente (entro quindi il 26 gennaio scorso, ndr). Terminata questa riparazione si procederà a verificare l’esistenza di altre perdite». Perdite non ne erano state riscontrate, ma si era creato un problema per un pezzo necessario alla riparazione e mancante. Ordinato dall’amministrazione, ci ha messo alcune settimane per arrivare dal Lazio. Il 14 febbraio era ancora tutto fermo a causa del tubo mancante. Poi erano partiti i lavori, ma ancora venerdì dal Comune facevano sapere informalmente che «sono ancora in corso». E nessuno dice quando finiranno.

Passiamo poi al secondo tassello, quello della convenzione con la Federnuoto scaduta il 30 giugno e in tutti questi mesi non ancora rinnovata. Prima la questione sui lavori necessari sull’impianto per poter ottenere l’autorizzazione, poi il tira e molla per capire chi avrebbe dovuto eseguire le riparazioni e ancora poi la vicenda della tubazione rotta e della necessità di svuotare completamente la vasca. E adesso? Chiaro che le condizioni sono cambiate e che oltre al nodo burocratico c’è anche quello economico, visto che la Fin non può più contare, anche in caso di riapertura, sugli incassi dei corsi di nuoto o di altre attività.

Nei giorni scorsi una nuova bozza della convenzione è stata inviata alla sede centrale di Roma della Fin che dovrà ora valutarla e dare una risposta al Comune.

Tempi lunghi

Qualora si arrivasse alla sottoscrizione, eventualità su cui era trapelato un cauto ottimismo sia dalla Fin che dal Comune, sarà necessario il passaggio finale in commissione provinciale di vigilanza. Organismo che, per essere convocato, ha bisogno almeno un paio di settimane. Con l’ok alla riapertura si procederà poi al riempimento della vasca, operazione che richiede diversi giorni soprattutto per riscaldare l’acqua e portarla alla temperatura sufficiente per essere utilizzata. Insomma, nella migliore delle ipotesi si arriva a fine marzo con riapertura all’inizio di aprile. In pratica due, tre mesi di funzionamento prima di nuovo stop estivo. Anche questa tempistica sarà messa sul tavolo per capire se, davvero, si arriverà a riaprire l’impianto oppure se si arriverà in queste condizioni a fine stagione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA