Non solo il Tempio Voltiano
«Creiamo il percorso
dell’architettura»

Mario Conetti, docente all’Insubria, interviene nel dibattito sulla tutela della memoria dello scienziato comasco: «Sono il luogo e la struttura a farne il museo più visitato. Itinerari turistici per collegarlo al Razionalismo»

Como

Preservare l’architettura, senza stravolgere il contenuto, questa è la ricetta per il rilancio del Tempio Voltiano secondo Mario Conetti, storico e docente dell’Insubria in Sant’Abbondio.

«Ma certo, sono il luogo e la bellezza della struttura a fare del Tempio il museo più visitato di Como – spiega il professore, filosofo di formazione – molto di più rispetto a ciò che sta all’interno. Il Tempio parla certo di Volta, ma anche del 1927, della Como di un secolo fa. Del gusto ottocentesco del nostro architetto Federico Frigerio, che ha donato all’edificio uno stampo palladiano, molto diverso dal “classico neoclassico” lombardo, le sue linee erano state capaci di guardare al passato, agli antichi fasti italiani.

«Sarebbe bello, con dei mini percorsi culturali e turistici, collegare questo mausoleo ad altri pezzi della città, al Sinigaglia, alla casa del Fascio, ad un razionalismo che al contrario voleva cercare di guardare in avanti, al futuro. Io partirei da qui, dall’architettura, dalla bellezza di un luogo affacciato sul lago che è capace nel suo semplice apparire di attirare turisti e curiosi».

L’approfondimento su La Provincia in edicola mercoledì 8 marzo

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