Olocausto, Como non dimentica
Folla alla Giornata della memoria

Ines Figini, sopravvissuta ad Auschwitz: «L’indifferenza è peggio dell’odio»

«L’indifferenza è peggio dell’odio». Ines Figini, la comasca sopravvissuta al campo di concentramento di Auschwitz, si è commossa a ricordare quando, nel 1944, fu deportata dai Nazisti nel campo polacco dove - dal marzo 1944 fino alla liberazione - fu testimone di «angherie, di bambini in fila costretti ad andare verso la morte nelle camere a gas».

Como non dimentica. In un auditorium gremito, alla biblioteca di Como, la città ha voluto dare un segno concreto di partecipazione alla Giornata della memoria, 73 anni dopo la liberazione del campo di Auschwitz da parte dei russi, il 27 gennaio 1945.

Una testimonianza toccante, la sua, in una mattinata dove non sono mancati i momenti emozionanti. Moltissimi gli studenti presenti. Nel corso della cerimonia sono anche state consegnate, ad altrettanti comaschi, sette “Medaglie d’Onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti ed ai familiari dei deceduti” conferite dalla presidenza del Consiglio dei ministri.

Il momento più emozionante è stata la testimonianza di Ines Figini. Classe 1922, l’ex operaia della tintoria Comense venne deportata ad Auschwitz nel marzo del 1944, dopo che difese dei compagni operai che volevano scioperare contro il regime nazifascista di Salò.

Il complesso dei campi di concentramento di Auschwitz (otre ad Auschwitz I ne facevano parte anche Birkenau e Monowitz) era stato realizzato dai nazisti per perseguire l’Olocausto, ovvero il folle obiettivo di “soluzione finale della questione ebraica”. Secondo i dati elaborati dall’US Holocaust Memorial Museum, le SS naziste uccisero qui più di un milione di deportati, in stragrande maggioranza ebrei. Quando il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche entrarono nel campo di Auschwitz vi trovarono circa 7mila prigionieri. Gli altri vennero uccisi negli ultimi giorni o deportati forzatamente.

La visita del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau è un’esperienza umana fortissima. Trasformato in museo nazionale, il campo ospita numerose raccolte con gli oggetti ritrovati dall’esercito sovietico il giorno della liberazione. Impressionanti le stanze dove si trovano oltre 80mila scarpe, quasi 4mila valigie (molte con i nomi dei deportati), 40 chili di occhiali da vista.

«Quelli che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo» è scritto su un monumento che si trova nel campo di concentramento di Dachau. E questo è stato il senso dell’intervento di Ines Figini che non solo ha invitato gli studenti presenti a tenere viva la memoria, ma ha anche lanciato un forte appello contro l’indifferenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA