Cronaca / Como città
Domenica 19 Luglio 2020
Pallanuoto al Tar contro il Comune
L’accusa: «Si sono fatti intimidire»
Dopo il ribaltone che restituisce Villa Geno alla Como Nuoto, Giovanni Dato annuncia ricorso: «Troppe pressioni esterne, le nostre carte in regola»
«Le pressioni esterne hanno forse intimorito l’amministrazione».
Com’era prevedibile, non è finita la lunghissima sfida per l’assegnazione della piscina di viale Geno. Ieri, Pallanuoto Como, tramite il suo presidente Giovanni Dato, ha annunciato ancora battaglia: «Impugneremo la decisione davanti al Tar e andremo avanti senza il minimo dubbio. Siamo amareggiati: non condividiamo la decisione e le motivazioni dell’amministrazione». Venerdì, infatti, il Comune comunicava alla Pallanuoto Como e alla Crocera Stadium di Genova la decadenza dall’aggiudicazione dell’impianto sportivo in riva al lago, lasciandolo quindi ancora le chiavi nelle mani della Como Nuoto.
Una querelle lunga più di due anni e, a quanto pare, ancora lontana dall’essere risolta.
Il punto centrale su cui si sono condotte battaglie legali, con doppia sentenza di Tar e consiglio di stato, è la frase contenuta nel bando. Parte del punteggio, infatti, veniva assegnato considerando il «numero di tesserati, riferiti alla media del triennio, che svolgono attività agonistica nell’ambito degli sport acquatici e natatori». Un’espressione che lascia aperte interpretazioni fra “atleti che hanno svolto attività agonistiche” e “tesserati agonisti” (quest’ultima è la posizione della Federazione nuoto).
«Nel bando la frase è scritta in maniera chiara e noi ci siamo sempre attenuti alla richiesta – precisa Dato – fornendo, appunto, i dati dei tesserati che hanno svolto attività agonistica nel triennio precedente, spiegando i criteri utilizzati per il calcolo. I numeri che abbiamo consegnato sono rimasti tali e invariati, abbiamo dato la documentazione e l’amministrazione non ha mai chiesto delucidazioni. Al contrario, ha domandato integrazioni a Como Nuoto. Abbiamo contattato Crocera stadium perché collaboriamo da anni, perché il bando lo consentiva e perché sono persone in grado di darci una grossa mano con lo sviluppo della parte dedicata alla disabilità». Conseguente alla frase scritta nel bando, il grande discrimine è sul totale degli atleti presentato dalle due società. Secondo Pallanuoto Como, i numeri sono dalla loro parte.
«Abbiamo escluso dal conteggio gli under undici e i “master” – spiega l’avvocato della società Roberto Rallo – tutti gli altri hanno partecipato ai campionati, svolgendo attività agonistica. Le pressioni esterne forse hanno intimorito l’amministrazione, che ha iniziato a pensare di giocare la partita non tenendo conto del bando, bensì delle insinuazioni e dei desiderata esterni. Nessuna dichiarazione non veritiera è stata fatta. Il Comune deve spiegare come mai, fino a venerdì, nessuno ha avuto obiezioni sul metodo di calcolo degli atleti agonisti presentato da Pallanuoto Como».
Sul compendio sportivo di viale Geno, nonostante la disfida in corso, Dato sottolinea come sarebbe contento se riaprisse.
«Se l’amministrazione decidesse in questo senso – conclude – mi farebbe comunque piacere perché sarebbe un luogo dove i comaschi potrebbero svagarsi e fare sport. Chiediamo, però, che l’amministrazione porti avanti dei controlli sulla documentazione presentata da Como Nuoto».
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