Paragona l’ex senatore ad Al Capone
Il giudice: il fatto non costituisce reato

Assolto «perchè il fatto non costituisce reato» l’ex An Andrea Bernasconi per una frase rivolta all’ex senatore Alessio Butti

Bisognerà attendere le motivazioni della sentenza per comprendere i motivi dell’assoluzione, ma di certo in cuor suo Andrea Bernasconi la sua rivincita se l’è presa dopo la clamorosa esclusione dalle liste dei candidati al consiglio comunale alle amministrative del 2007. Vicenda che l’ex politico di An non aveva mai digerito, al punto che alla prima occasione si era scagliato contro l’uomo ritenuto essere la causa della sua esclusione: l’ex senatore Alessio Butti paragonato in un post su facebook - anni dopo - nientemeno che ad Al Capone. Un post che ha spinto Butti a denunciare l’ex compagno - termine forse non proprio corretto visto il credo politico di entrambi - di partito per diffamazione.

Ieri pomeriggio il giudice ha però assolto Bernasconi dall’accusa di diffamazione «perché il fatto non costituisce reato». Cosa esattamente questo voglia dire lo si capirà solo quando il giudice pubblicherà le motivazioni dell’assoluzione. Resta il pronunciamento, a dispetto di una richiesta di condanna a sei mesi sollecitata dal pubblico ministero.

Dal canto suo il difensore di Bernasconi, l’avvocato Roberto Rallo, ha difeso a spada tratta il post del cliente sostenendo che si trattava di un legittimo diritto di critica, ancorché velenosa, nei confronti di un personaggio pubblico.

La precedente udienza del processo che si è chiuso ieri aveva visto sfilare in aula i protagonisti della vita politica targata Alleanza Nazionale di quegli anni, i quali alla fine avevano confermato - per bocca dell’allora presidente provinciale Vincenzo Sofia, che sì l’esclusione di Bernasconi dalle liste dei candidati «me l’ha chiesta Butti. Ho rispettato la gerarchia, se un mio superiore mi chiede di non inserire nelle liste qualcuno io lo faccio». n 
P.Mor.

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