Cronaca / Como città
Giovedì 16 Febbraio 2017
Paratie, la Regione
«Stop impossibile
Alla città servono»
Como, Il documento:«Rischio di esondazioni ancora attuale. Sistemare solo la passeggiata? Si finirebbe poco prima»
Il cantiere delle paratie di Como è veramente necessario? Non è possibile sospendere i lavori allo stato attuale e sistemare solo il lungolago senza completare l’intervento?
Domande tornate più volte al centro del dibattito, in anni passati e in tempi più recenti. Se le sono poste comuni cittadini, amministratori, tecnici, presidenti delle associazioni di categoria. Al bar, in sedi istituzionali, durante un convegno e al “forum” sulle paratie organizzato da La Provincia. C’è chi dieci anni fa sosteneva la bontà dell’operazione ma ora - con un cantiere fermo dal 2012, costi saliti alle stelle e inchieste della magistratura - ha cambiato idea e vorrebbe fermare tutto.
Ora è la Regione, che si è ripresa il compito di attuare l’intervento sfilandolo al Comune, a rispondere agli stessi interrogativi. Lo fa in un documento che si apre così: «L’eccessivo sviluppo temporale del cantiere e la lunghezza del periodo di sospensione hanno acuito le difficoltà percepite dai cittadini fino a far sorgere alcune domande» (sono proprio quelle citate all’inizio di questo articolo). Le risposte sono nette.
La prima è affermativa. «Anche dopo la realizzazione dell’opera di regolazione del lago (la diga di Olginate, ndr) la città di Como è ancora esposta al rischio di esondazioni - scrive la Regione - In base alla classificazione dell’Autorità di Bacino, l’area di piazza Cavour è soggetta a un rischio di alluvione/esondazione “frequente” (un evento stimato ogni 15 anni) e una parte importante del centro storico adiacente è classificata a rischio “medio” (un evento ogni cento anni)».
Passiamo alla seconda risposta: in questo caso è negativa. Secondo la Regione non è possibile limitarsi a a sistemare esternamente il lungolago senza completare il progetto delle paratie. Perché? «Verrebbe completamente mancato l’obiettivo di proteggere la città dalle esondazioni». Inoltre l’ipotesi di abbandonare il cantiere «non sembra restringere significativamente i tempi necessari alla restituzione del lungolago alla città» .
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