Paratie, questa volta ci siamo davvero
Sul lungolago si rivedono gli operai

Pettorine gialle, elmetti, mezzi di cantiere - Sono ripartiti i lavori per il nuovo lungolago - Entreranno nel vivo dopo le ultime verifiche statiche

Como

È stato quasi confortante, ieri, assistere al viavai indaffarato degli “omini” in pettorina gialla sul lungolago. Trattavasi di operai, finalmente, dopo anni di attesa e di maledizioni e di processi: i lavori per il completamento della paratie sono ripresi davvero

Tra piazza Cavour e Sant’Agostino, sulla passeggiata prospiciente l’ormai vecchio “vascone” realizzato da Sacaim prima del patatrac, sono comparsi automezzi e prefabbricati per la custodia di attrezzi e materiali, in larga misura già accatastati all’imbarcadero di Tavernola.

Come noto, per evitare di congestionare la zona di Sant’Agostino, i tecnici della Regione aveva già stabilito di servirsi d’una chiatta che facesse la spola da Tavernola, avanti e indietro per tutta la durata dei lavori. Lavori che entreranno nel vivo dal mese di settembre, così come precisato nei giorni scorsi dall’assessore regionale Massimo Sertori. Sempre in lungolario Trieste a giorni si procederà al taglio di alcune piante mentre ancora sono in corsa, e in via di conclusione, una serie di verifiche sullo stato dei luoghi, in particolare degli alberghi e delle palazzine “pièd dans l’eau”. Quello della subsidenza - con annesse conseguenze - è del resto uno degli effetti collaterali su cui più spesso, ni passato, ci si è confrontati. Bisognerà quindi misurare crepe, altezze, distanze per poter monitorare da vicino eventuali disequilibri nel corso dei lavori. Un grande punto interrogativo riguarda i tempi di realizzazione. Il cosiddetto “cronoprogramma” stilato dalla Regione - al netto degli scongiuri dovuti visti i precedenti - prevede tre anni di attività complessive, anche se la più parte delle opere idrauliche dovrebbero essere completate in meno di due, cioè nel limite di 21 mesi.

La volontà è quella di mantenere il lungolago sempre accessibile, garantendo un margine di manovra ai pedoni e lavorando per “lotti”, partendo quindi da Sant’Agostino e muovendosi progressivamente verso piazza Cavour. La formula dovrebbe ridurre l’impatto del cantiere anche da unpunto di vista turistico, benché a questo punto, e dopo tanti anni, l’obiettivo primario ed assoluto, sia quello di terminare per eliminare definitivamente il “brutto” e restituirci il bello, che ci appartiene.

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