Cronaca / Como città
Martedì 15 Gennaio 2019
Piano Ticosa, Comune verso il no
«Ci sono i fondi Cariplo? Vedremo»
Stasera il sindaco presenta il progetto alla maggioranza, ma ci sono molte perplessità. Non convincono la costruzione di nuove residenze e nemmeno la cessione dell’area per 99 anni
Il progetto di recupero dei poco meno di 42mila metri quadrati dell’area Ticosa, presentato a Palazzo Cernezzi dal presidente di “Officina Como” Paolo De Santis, sarà sottoposto questa sera alla maggioranza dal sindaco Mario Landriscina. Ma le prime avvisaglie degli umori raccolti a Palazzo Cernezzi e tra i vertitici dei partiti di maggioranza non sono per nulla positive.
La prima contestazione che molti muovono al progetto (pubblicamente lo hanno fatto il deputato di Fratelli d’Italia Alessio Butti e i forzisti Alessandro Fermi, presidente del consiglio regionale ed Enrico Cenetiempo, capogruppo in Comune) è relativa alla scelta di destinare 10mila metri quadrati all’housing sociale, cioè a residenze con affitti calmierati. Per sostenere la bocciatura sostengono che in città si è già costruito troppo e che ci sono interi quartieri (soprattutto Camerlata) con molti palazzi nuovi e vuoti e a questo c’è chi aggiunge che un intervento di questo tipo sull’area non rilancerebbe il quartiere, ma rischierebbe di deprimerlo ancora di più.
In pochi si esprimono, invece, sull’hub della creatività, pensato come sviluppo del polo di Como Next e rivolto principalmente ai giovani, anche se l’idea, almeno nelle fila della maggioranza, non sta riscuotendo grandi entusiasmi.
A non convincere ci sono poi questioni legate ai tempi visto che per accedere ai fondi del bando Cariplo bisognerebbe presentare un progetto di massima entro il 28 febbraio: a taccuini chiusi da più parti viene sottolineata l’impossibilità, per gli uffici di Palazzo Cernezzi, di predisporre un piano che comprenda viabilità e altre infrastrutture in un periodo così ridotto. Sempre sul fronte tempi tra i motivi che fanno pendere la bilancia verso il no c’è anche la richiesta, da parte dei proponenti, di avere l’area in concessione per 99 anni, periodo giudicato dai più «eccessivo» senza contare che c’è chi fa notare che «il Comune ha chiuso dopo anni un contenzioso con i privati e, adesso che è riuscito a riottenere la disponibilità dell’area, dovrebbe privarsene nuovamente».
Alternative? Nessuno svela le carte in via Vittorio Emanuele, ma sul recupero della Ticosa c’è chi assicura che ci sono alcune idee in corso di studio. I fondi Cariplo, di 5 milioni di euro, sono in ogni caso disponibili per progetti di ampio respiro, ma le domande come detto vanno presentate tra poco più di un mese. Impossibile sapere se il capoluogo presenterà un progetto, oppure non proverà nemmeno a chiedere parte del finanziamento. Sibillinamente a Palazzo Cernezzi rispondono con un «vedremo»
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