Cronaca / Como città
Venerdì 24 Febbraio 2023
Piroscafo Patria, trenta giorni per (non) dirsi addio
La storia infinita La Provincia chiede una risposta al progetto dei privati, ma non c’è la possibilità di fare i lavori. Guggiari: «Stiamo cercando di spingere la politica, è l’ultimo tentativo». Bongiasca: «Va messo un punto fermo»
I privati parlano di «ultimo tentativo» e l’amministrazione provinciale è decisa a «mettere un punto fermo». Per il destino del piroscafo Patria, i prossimi trenta giorni saranno decisivi.
L’imbarcazione del 1926 è infatti preda del degrado (il rivestimento in teak è da rifare e da poppa a prua hanno trovato casa piccioni, gabbiani e cormorani con tutte le conseguenze negative del caso). Tutto questo nonostante ci siano privati pronti a investire (già dal 2018), un progetto di utilizzo per la navigazione (approvato definitivamente dalla Soprintendenza), ma è impossibile effettuare i lavori di manutenzione poiché la Navigazione continua a ribadire - e lo ha fatto anche a fine gennaio - che la messa a disposizione delle infrastrutture (intese come cantieri di Dervio o Tavernola) è «impraticabile».
Situazione paradossale
Una situazione di stallo che si trascina ormai da parecchio tempo senza passi in avanti e che ha portato l’amministrazione provinciale a chiedere ai privati (la società Lake of Como Steamship Company Snc, realtà imprenditoriale costituita da Enrico Guggiari e Giorgio Porta) se abbiano trovato gli spazi per la manutenzione oltre agli attracchi per imbarco e sbarco, requisiti contenuti nel bando. Spazi che, però, può mettere a disposizione solo la Navigazione che, come detto, non ha al momento cambiato idea. Villa Saporiti ha chiesto una risposta - con l’obiettivo di andare a chiudere il procedimento, in un verso o nell’altro - entro 10 giorni e, di contro, i privati hanno invece proposto una proroga di 60 giorni.
«Stiamo cercando di spingere la politica - spiega Enrico Guggiari - affinché trovi un accordo che vada bene sia alla Navigazione che a noi e per questo abbiamo chiesto sessanta giorni di tempo». E la soluzione politica, ammesso che la si trovi, deve arrivare da Roma. «Ho investito molti soldi - aggiunge - in questo progetto e non vedo perché dovrei farmi da parte e, soprattutto, con un tempo di dieci giorni. Parliamo di una vicenda che va avanti da anni e io ho risposto a una gara d’appalto che mi dava la possibilità di gestire il Patria e ho quindi pensato che si poteva andare in quella direzione. Se c’erano delle questioni ostative, e mi riferisco al tema della Navigazione, andavano indicate precedentemente».
Il tempo sta scadendo
Su una cosa però Guggiari è chiaro. Non si può pensare di attuare un progetto facendo a meno della Navigazione e che, quindi, se non si trovasse una via d’uscita in extremis, difficilmente si potrebbe pensare proseguire. «Portare avanti un’iniziativa controcorrente alla Navigazione sul lago di Como - conclude l’imprenditore - sarebbe una cosa da folli. Per questo serve un accordo e, da parte nostra, questo è l’ultimo tentativo».
«Ci hanno chiesto 60 giorni, ma ne concederemo 30 perché è il momento di arrivare a una soluzione. Se propongono altro valuteremo, ma bisogna mettere un punto»
Dal canto suo il presidente di Villa Saporiti Fiorenzo Bongiasca chiarisce: «Come previsto nel bando, loro dovevano trovare la soluzione del problema della manutenzione e degli attracchi e, non essendo stata trovata in questi quattro anni, non potevamo aspettare oltre, visto che siamo stati accusati di immobilismo». E nel merito della richiesta di proroga aggiunge: «Ci hanno chiesto 60 giorni, ma ne concederemo 30 perché è il momento di arrivare a una soluzione. Se propongono altro valuteremo, ma bisogna mettere un punto». In caso di addio ai privati il numero uno di via Borgovico dice: «Troveremo altre soluzioni. I tempi, però, non dipendono solo da me». Il tutto (nodo manutenzione incluso) tornerebbe infatti sul tavolo del pubblico.
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