Cronaca / Como città
Giovedì 07 Aprile 2016
Porta un cliente in Ticino
Tassista minacciato dalla polizia
Lo rivela corriere.it citando le registrazioni dei microfoni di sicurezza della vettura
Un tassista che stava portando un cliente in Svizzera sarebbe stato minacciato dalla polizia del Canton Ticino nei pressi di Lugano. Lo rivela il corriere.it: «La voce dell’agente — catturata dai microfoni di sicurezza del taxi Oscar 74 — è agitata, sopra le righe: «Forse lei non ha capito: qui non siamo a Milano. Qui detto io quello che si fa! (...) Erano 400 franchi, ma spero sia il doppio o il triplo e questo signore, glielo dico io, va via in croce: 2016 anni fa un tizio veniva messo in croce, oggi lo metto in croce io un tizio». È il 3 di aprile lungo la galleria Vedeggio Cassarate a Vezia, a pochi chilometri da Lugano. Sono da poco passate le 22.30 e chi parla è un agente della polizia cantonale svizzera, reparto mobile Sottoceneri. Ce l’ha con un tassista milanese, Sergio L., che a bordo ha un cliente. Il motivo è scritto sul verbale: «Per aver eseguito un trasporto professionale di persone non autorizzato in Svizzera, tragitto Milano/Lugano Pregassona; carico di una persona sul tragitto di rientro; tassametro in funzione». Franchi: 400. Euro: 393. «Quando ho ragione ho ragione» strilla sicuro l’agente, probabilmente ignaro di essere registrato.
Purtroppo, però, il fatto che non avesse ragione l’ha certificato lui stesso sul verbale di contravvenzione, specificando che il tassametro fosse in funzione. «Io ho il dovere di portare un cliente dovunque — spiega il tassista — solo lui può decidere quando inizia e conclude la corsa. Quindi, se supero il confine, l’importante è che io non spenga mai il tassametro». E infatti il tassametro, alle 23.34, 14 minuti dopo il verbale, segnava 160 minuti di corsa e 297 euro. Certo, non tariffe per tutti (il cliente era il manager in trasferta di una nota band di hip hop milanese) ma neppure un reato. «Ed era proprio questo quello che ho cercato di spiegare all’agente, ma lui non ci sentiva, era alterato. Tanto che quando si è scaricata la batteria della mia Prius ed è entrato in funzione il motore a benzina, quello ha temuto che stessi scappando e mi ha addirittura minacciato mettendo mano alla pistola: “Per molto meno c’è chi si è preso una fucilata”. Al che, per mettere fine a questa scena, il mio cliente ha deciso di pagare tutto. E subito, perché altrimenti in Svizzera l’auto viene sequestrata».
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