«Porteremo tutta Comodepur
all’esterno della città»

Ipotesi allo studio da parte della società Como Acqua - Intanto si prepara il progetto del “fanghidotto” fino alla località Guzza

Non c’è solo la condotta che convoglierà i fanghi di depurazione dall’impianto di viale Innocenzo fino alla località Guzza, nel futuro di Comodepur. Como Acqua, la società che ne assumerà dal 2019 la gestione, sta pensando infatti anche a trasferire l’intero impianto, per realizzarne uno nuovo fuori dal centro abitato. «È al vaglio anche questa possibilità» risponde il presidente Enrico Pezzoli a domanda diretta. Ma non aggiunge altro, se non per dire che prima c’è il problema dei fanghi da risolvere.

È il primo concreto passo verso la soluzione del problema della puzza di viale Innocenzo. Un progetto che ha l’aperto sostegno da parte dell’amministrazione comunale, con la benedizione da parte del sindaco Mario Landriscina.

Ma quali sono i tempi, considerato che Como Acqua assumerà la gestione del depuratore a partire dal 2019? «Non c’è ancora un crono programma - risponde ancora Pezzoli - Dallo studio di fattibilità sceglieremo la soluzione tecnologica migliore, procederemo con un progetto definitivo esecutivo con relativo piano economico finanziario e a seguito dell’approvazione nelle sedi dei vari enti coinvolti stabiliremo il crono programma delle opere».

Sarà necessario prevedere anche una stazione di pompaggio, per superare il dislivello tra le due quote, quella di viale Innocenzo e quella della località Guzza. La condotta avrà una lunghezza di circa cinque chilometri. L’investimento previsto è di quattro milioni di euro. L’area prescelta è di proprietà Comodepur in località Guzza, accanto al termovalorizzatore di Acsm. Ma Pezzoli esclude che i fanghi, una volta essiccati, possano essere smaltiti all’interno del forno. Anche per quanto riguarda questo aspetto, Como Acqua ha allo studio un progetto che permetta di trasformare quelli che attualmente sono scarti di depurazione, e il cui smaltimento ha un costo sempre più crescente.

Il piano industriale della società prevede appunto di abbattere quei costi, come pure quelli relativi al consumo energetico. E sotto questo aspetto, è allo studio l’installazione di impianti che possano sfruttare i salti dell’acqua per la produzione di energia. L’obiettivo è creare la maggior quantità possibile di energia necessaria per il funzionamento degli impianti, in modo da alleggerire la bolletta elettrica.

Non sono solo tecnologiche le sfide che la società dovrà affrontare. Assumerà anche la conduzione della rete idrica di quei Comuni che hanno seguitato a gestire l’acquedotto “in economia”, cioè in proprio, e sarà necessario armonizzarne gli esercizi.

Previsto un piano di assunzioni di cento persone, per lo più figure di tecnici operativi.

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