L’assalto al postamat di via Gallio. Resta in cella l’uomo arrestato

L’indagine Dovrà rispondere alle accuse di tentato furto (dei soldi contenuti nel Postamat assaltato), ma anche di incendio – sempre dello sportello automatico – e pure di danneggiamento

Dovrà rispondere alle accuse di tentato furto (dei soldi contenuti nel Postamat assaltato), ma anche di incendio – sempre dello sportello automatico – e pure di danneggiamento (della camera di sicurezza in cui era stato condotto) il trentanovenne albanese arrestato dalle volanti della polizia dopo aver tentato di far saltare in aria l’apparecchiatura collocata all’inizio di via Bossi, su un fianco del palazzo della Posta centrale.

L’intervento della polizia risale alla notte tra giovedì e venerdì ma solo ieri mattina Ardit Negollari, questo il nome dell’arrestato, è finito davanti al giudice monocratico Daniela Failoni per essere processato con il rito direttissimo. L’uomo, assistito dall’avvocato Andrea Donadini, ha chiesto del tempo per poter studiare una strategia processuale e il giudice ha rinviato l’udienza alla prossima settimana. Nel frattempo, l’uomo è stato condotto in carcere al Bassone dove rimarrà fino al giorno del processo.

In aula avrebbe candidamente ammesso di aver cercato in quel modo di prendersi i soldi che la Posta non gli dava non concedendogli la possibilità di aprire una PostePay. L’arrestato risulta essere residente in provincia di Bologna, ma da tempo si aggirava per le strade della città ed era già noto alle forze di polizia.

Secondo quanto ricostruito dalle volanti, nella nottata tra giovedì e venerdì avrebbe prima cercato – con una spranga di ferro – di forzare lo sportello automatico. Non riuscendoci avrebbe a questo punto preso una bombola a gas e una lancia termica per incendiare e tagliare il Postamat, scena però vista da molti cittadini che avevano chiamato le forze di polizia e pure videoripreso la scena. Anche le immagini dello stesso sportello automatico sono state acquisite dagli agenti di polizia che le hanno prodotte nel fascicolo che è ora in mano al pubblico ministero Simone Pizzotti.

La procura non gli contesta solo il tentato furto, ma anche il reato più grave dell’incendio e quello del danneggiamento delle camere di sicurezza della Questura dove era stato condotto dopo l’arresto. L’uomo, una volta scoperto, aveva cercato di fuggire ma era stato trovato nascosto all’interno dell’area dismessa del Politeama.

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Eco di Bergamo Postamat