Cronaca / Como città
Martedì 27 Settembre 2016
Profughi, la spesa sale a 21 milioni
La Prefettura alza la quota di richiedenti asilo da ospitare nel Comasco: ora sono oltre 1.700
Tre milioni e centomila euro per tre mesi di accoglienza. È la cifra complessiva messa a disposizione dalla Prefettura di Como nel nuovo bando di gara per l’individuazione di società, cooperative oppure associazioni onlus che si dichiareranno disponibili a ospitare richiedenti asilo in provincia da qui alla fine dell’anno.
Il bando è stato pubblicato nei giorni scorsi e, nelle premesse, prevede l’innalzamento della quota di immigrati da ospitare nella nostra provincia: se nel bando del gennaio scorso i numero dell’accoglienza superavano di poco la soglia dei 1.500, con la nuova gara quella soglia è stata innalzata di oltre duecento posti per complessivi 1.724.
Questo significa che la voce sul tema immigrazione che nove mesi fa doveva contabilizzare al massimo una cifra totale di 18 milioni e mezzo di euro circa, ora potrebbe superare i 21 milioni all’anno.
I conti sono presto fatti: per ogni richiedente asilo è previsto un contributo ministeriale pari a un massimo di 34 euro al giorno che, moltiplicato per la nuova quota di ospiti e per i 365 giorni dell’anno porta la somma totale a superare di 100mila euro i 21 milioni.
Il nuovo bando si è reso necessario perché a gennaio le realtà locali che avevano presentato una propria offerta alla Prefettura hanno di fatto permesso di coprire soltanto 642 posti e la Prefettura si era così vista costretta a distribuire i restanti immigrati seguendo la procedura della trattativa privata.
Le somme messe a disposizione della Prefettura e le cifre inserite nei bandi non tengono conto dell’emergenza migranti in zona stazione, vissuta questa estate dalla città di Como. Un capitolo, quest’ultimo, su cui non ci conoscono cifre complessive. Si sa soltanto che nel nuovo centro governativo di via Regina ogni giorno vengono spesi circa 3mila euro per garantire i pasti agli stranieri ospitati ma non solo, visto che l’accesso alla mensa è consentito anche a chi non è in possesso di badge.
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