«Quei rapinatori, armati e pronti a tutto»

Parla il titolare della gioielleria di Como presa d’assalto da due uomini armati

«Io costretto a stendermi dietro il bancone, il mio amico gettato a terra»

Sono bastati 57 secondi per mettere a segno l’incredibile rapina a mano armata in centro storico, martedì mattina. Il tempo di un tranquillizzante gesto di saluto subito dopo aver varcato la soglia della gioielleria Pennacchioli di via Vittorio Emanuele, alle 10, 12 minuti e 6 secondi, ed ecco spuntare la pistola.

«Ero in negozio assieme a un mio amico passato a trovarmi - racconta il titolare, assieme alla moglie, della gioielleria Sisto Casartelli - Il primo a entrare sembrava un armadio. Un omone alto un metro e novanta, con due spalle così. Ha tirato fuori una pistola dalla tasca e l’ha puntata contro il mio amico. Mi ha detto qualcosa in inglese indicandomi di stendermi e così ho fatto, mentre il mio amico lo ha afferrato per la testa e lo ha buttato a terra in malo modo».

Mentre il primo rapinatore è impegnato a seminar terrore e minacce, dietro di lui entra il secondo, più basso, l’accetta in mano per abbattere - ma non c’è stato bisogno perché era aperta - la vetrinetta da dove rubare i gioielli. Prima di mettersi al lavoro piazza un giornale sotto la porta, per rendere più complicata la sua eventuale apertura. Entrambi hanno una coppola in testa e una borsa a tracolla, nella quale il secondo malvivente infila catenine e anelli che si trovavano in vetrina.

Nel frattempo, all’esterno, due ragazze e una donna passano e capiscono che sta accadendo qualcosa. La donna si ferma sull’angolo opposto, accanto a Palazzo Cernezzi, afferra il telefono cellulare e appena vede i due uomini fuggire di corsa verso via Perti coraggiosamente li fotografa. Quindi chiama il 112. Sono le 10, 13 minuti e tre secondi.

E sulla passante coraggiosa, Sisto Casartelli spende parole di gratitudine: «Avrei voluto passasse dal negozio oggi, mi sarebbe piaciuto conoscerla e ringraziarla per il suo coraggio». Ora la parola passa ai carabinieri. Ieri hanno acquisito le immagini delle telecamere del Comune (non tutto funzionavano). Ricostruito anche il tragitto: i due sono arrivati da via Vittorio Emanuele, salendo da piazza Duomo, e sono fuggiti verso via Perti. Forse un complice li attendeva in viale Lecco o, addirittura, in via Dante.

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