«Questo non è il tempo dell’egoismo»
Il messaggio di fiducia del vescovo

Le parole di monsignor Oscar Cantoni per le celebrazioni del patrono Sant’Abbondio

«Come vescovo, mi auguro che dal male di questi mesi, l’inondazione, la pandemia, l’uccisione di don Roberto, sgorghi una rinnovata fonte di bene e fraternità. Questo non è il tempo dell’indifferenza e dell’egoismo, è il tempo della solidarietà e del prendersi cura degli altri e del nostro pianeta». Nella celebrazione dei vespri per la solennità del patrono cittadino Sant’Abbondio, il vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni ha affidato alla cittadinanza un messaggio di fiducia. Il suo augurio è stato quello di lavorare insieme per far diventare Como una città di fratelli, superando definitivamente le forme di egoismo e individualismo che si insinuano ovunque.

Sul territorio, sono già vive realtà che praticano ospitalità, accoglienza e amicizia solidale. E il vescovo le ha volute ricordare nel suo discorso.

«In questi mesi di luglio e di agosto le nostre popolazioni sono state sconvolte dall’irruenza del clima che ha prodotto esondazioni con danni ingenti, e che ha causato drammatici sconvolgimenti dei territori. Frane e alluvioni sono il sintomo di un dissesto idrogeologico conseguente a scelte scriteriate di continua cementificazione e consumo di suolo, ma anche di una più generale incuria nei confronti della natura che ci ospita. In momenti come questi, nei quali tutto sembra dissolversi, ci fa bene appellarci alla solidità che deriva dal saperci responsabili della fragilità degli altri, cercando un destino comune».

La pandemia ha generato anche a Como danni incalcolabili, con la perdita di persone care, lacrime, sofferenze fisiche e problemi economici che hanno colpito alcuni più di altri e, come sempre, soprattutto i più poveri.

«Da questa infelice situazione occorre imparare a ricavare una lezione, immettendo gli “anticorpi della solidarietà” che ci chiede di guardare i bisogni e i problemi degli altri. “Peggio di questa crisi” ha ricordato Papa Francesco “c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi!” Vivevamo convinti che le cose che non ci toccano non ci riguardano, abbiamo compreso che siamo tutti sulla stessa barca».

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