Rabbia dei pendolari comaschi
Trenord: situazione migliorata
ma non sulla Como-Chiasso

Vertice con l’amministratore delegato e l’assessore regionale Entrambi ammettono: «C’è tanto da fare ma arrivano segnali positivi»

Parla di una situazione critica, legata ai lavori infrastrutturali a Chiasso, al materiabile rotabile vetusto (treni vecchi), a un’infrastruttura (rete) molto trafficata, oggi al limite della capacità. A certificare i disagi segnalati quotidianamente, e da mesi, dai pendolari comaschi, e a prevedere tempi non brevi per la soluzione dei problemi, è Marco Piuri, amministratore delegato di Trenord.

Ieri Piuri, in Regione, insieme all’assessore Claudia Maria Terzi (Instrastrutture, Trasporti e Mobilità), ha incontrato, per un primo riscontro sull’applicazione dell’orario invernale, i rappresentanti dei pendolari e dei consumatori.

«Siamo usciti dalla fase più acuta dell’emergenza - ha detto Piuri - C’è ancora molto da fare ma abbiamo avviato la strada giusta: le prime conferme sono la riduzione delle soppressioni, diminuite di due terzi, e il miglioramento della puntualità: oggi l’82% dei 2200 treni che circolano in Lombardia arriva in orario». «Stiamo lavorando per superare una situazione emergenziale e i primi risultati del cambio orario sono positivi - spiega Terzi - Questo non significa che vada tutto bene, nessuno sostiene questo. Ma abbiamo innescato un processo di miglioramento del servizio, e questo è certificato dai dati». Secondo Regione e Trenord, ad esempio, sulla Saronno-Seregno-Milano-Albairate la puntualità è passata dal 68% all’85%, sulla Milano-Mantova dal 70% all’87%, sulla Milano Bovisa-Pavia dall’80% all’87%. Restano critiche la linea Lecco-Carnate-Milano Garibaldi (che, spiega Piuri, «registra performance non soddisfacenti a causa del materiale rotabile vetusto»), la Milano-Brescia-Verona e come detto la nostra S11 (Chiasso-Como-Milano). «Su queste aree - osserva il numero uno di Trenord - concentreremo nei prossimi mesi tutto il nostro impegno, pur consapevoli di avere a che fare con limiti strutturali spesso non modificabili in tempi brevi».

Da parte loro, pendolari e consumatori, non cantano vittoria: «Hanno riconosciuto i seri problemi legati al personale - commenta Marco Longoni di Utp-Assoutenti - problemi che noi abbiamo denunciato per anni. Non ci sono, però, date per il ritorno alla normalità, così come non si fanno previsioni rispetto ad una prospettiva di crescita».

«Siamo usciti dalla fase di emergenza? Il punto è che serve molto altro ancora - aggiunge Matteo Mambretti, rappresentante dei pendolari - Per tutti i problemi legati alla rete infrastrutturale se non si comincia a fare qualcosa subito, i tempi lunghi diventeranno biblici».

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