Cronaca / Como città
Mercoledì 15 Novembre 2017
Recita di Natale senza Gesù Bambino?
La scuola: «C’è in tutte le altre iniziative»
Comasco scrive alla primaria di via Montelungo: «Spariti i riferimenti religiosi»
La responsabile didattica: «Gli scriviamo lettere, prepariamo le classi e si può fare il presepe»
La questione è vecchia quasi quanto il Natale stesso, ed è tornata alla ribalta negli ultimi anni quando alcune scuole, la più famosa quella di Rozzano, decisero, fra enormi discussioni, di eliminare alcuni riferimenti religiosi cattolici dalle celebrazioni delle festività, in nome di una presunta laicità e per rispetto verso le altre religioni, praticate da alcuni alunni.
Il nonno è perplesso
Ha pensato lo stesso Alberto Bianchi, nonno di una bambina che frequenta la scuola primaria Vacchi di via Montelungo a Como, rimasto colpito nel non aver trovato, all’interno della recita natalizia del 2016, riferimenti espliciti alle radici cristiane.
«Ho scritto alla scuola - spiega - perché di questo passo dove andremo a finire? Spiace, per uno della mia età, cresciuto con certi principi, vedere messe in soffitta le nostre tradizioni per paura di offendere o emarginare chi non la pensa come noi. Facendo così, miniamo le fondamenta della nostra civiltà. Mi piacerebbe poter aprire una discussione per capire quanti di quelli come me sono d’accordo, quanti dissentono e quanti distinguono o non prendono posizione, così da avere uno spaccato di come la pensa la nostra gente».
La speranza di Bianchi è vedere, nelle prossime recite riferimenti espliciti all’origine religiosa del Natale e, al contempo, l’apertura di una riflessione da parte della scuola «che stimoli uno scatto di orgogliosa appartenenza alla nostra storia, alla nostra civiltà, alla nostra patria, in modo tale che il futuro ci possa riservare risposte adeguate in nome dei diritti, del rispetto e della dignità».
Sulla questione risponde la scuola, peraltro una delle più attive del territorio sui progetti di didattica, sottolineando come, durante le feste, non c’è nessun tipo di censura su messaggi cristiani o religiosi, marcando la diversità rispetto ai casi finiti nelle cronache: «Premetto - spiega la responsabile organizzativa e didattica di plesso Carla Elia - io sono credente. Nel periodo delle feste, di solito addobbiamo la scuola con i simboli tipici del Natale. In più gli alunni, con l’insegnante di religione, realizzano un bigliettino religioso ad hoc. Fino a due anni fa l’ex custode preparava un presepe bellissimo ammirato da tutti i genitori, cattolici e non. Ora non si fa più perché lui è in pensione, ma nessun problema se si decidesse di rifarlo. Infine, in tutte le classi c’è il crocifisso e nessuno ha mai chiesto di toglierlo». Sulla recita, confermano la mancanza di riferimenti religiosi al Natale, ma è una scelta, spiega Elia, non dovuta a censura o altro.
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