Revenge porn, primo processo a Como
Diffuse le immagini hard della sua ex

Il giudice ha rigettato il patteggiamento: pena troppo bassa. Si va in aula. Sotto accusa un autista che avrebbe perseguitato una comasca con cui ha avuto una relazione

Il Tribunale di Como, nelle prossime settimane, celebrerà il suo primo processo per revenge porn. Sotto accusa un autista varesino, finito nei guai perché - secondo la Procura - avrebbe diffuso per vendetta nei confronti della sua ex, una donna comasca, immagini sexy che la stessa aveva condiviso quando i due si frequentavano.

Il revenge porn è diventato reato, in Italia, nell’agosto dello scorso anno. Prevede, per chiunque diffonda illecitamente immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate, una pena fino a sei anni di reclusione.

Il patteggiamento respinto

Di questo reato si dibatterà nelle aule del palazzo di giustizia di Como in un prossimo futuro, quando sul banco degli imputati si siederà Giorgio Sessagesimo, 41 anni, autista varesino accusato di una fine inverno scorso (in pieno lockdown) fatta di minacce e di vendette a luci rosse nei confronti di una donna residente in città.

L’imputato, che oltre al reato di revenge porn è anche accusato di stalking, attraverso il suo avvocato aveva chiesto di poter patteggiare la pena. E aveva anche raggiunto un accordo con la Procura sull’entità della condanna finale. Peccato che il giudice delle udienze preliminari, letti gli atti, abbia ritenuto quella pena non congrua, troppo bassa rispetto alle contestazioni. E che, per questo motivo, abbia disposto il rinvio a giudizio - ovvero il processo - per l’imputato.

L’inchiesta

L’intera vicenda nasce da una relazione, in realtà molto breve, che l’uomo aveva allacciato con una donna comasca conosciuta attraverso facebook. I due avevano iniziato a inviarsi messaggi e si era creato, tra loro, un rapporto di confidenza e una certa complicità. Al punto che la donna aveva accettato di inviare all’amico social alcuni selfie particolarmente intimi. Immagini, ma anche video, autoprodotti.

Materiale con contenuto sessualmente esplicito che l’uomo ha conservato e che, quando nel marzo dell’anno scorso la loro relazione - complice anche il lockdown che ha reso impossibile per i due frequentarsi - si è chiusa, avrebbe deciso di utilizzare come forma di vendetta per essere stato lasciato.

Secondo la contestazione Sessagesimo avrebbe spedito foto e video a tre amici della donna, dopo aver capito che “semplice” minaccia di diffondere i file, non aveva funzionato. Quell’invio ha fatto scattare immediatamente la denuncia ai carabinieri, i quali hanno perquisito l’abitazione dell’autista varesino. La denuncia avrebbe scatenato una reazione ancor più rabbiosa con lunghe chat di whatsapp e messanger dal contenuto particolarmente violento. Frasi come: «Una volta che esco, tu sei finita» o ancora «non ti darò pace fino a quando sarai bruciata» e in un crescendo di rabbiosa follia «ti butto per terra, ti darò fuoco... farai una morte peggio di un cane».

L’imputato pensava di poter chiudere l’intera vicenda con un patteggiamento, ma secondo il giudice il caso è meritevole di un’aula di Tribunale. Per il primo processo per revenge porn di Como.
P.Mor.

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