Cronaca / Como città
Lunedì 25 Luglio 2022
«Salvare il Patria? Possiamo farcela se tutti collaborano»
Il caso Lo storico della navigazione Massimo Gozzi ha scritto la relazione ministeriale sul piroscafo: «Pochi mesi di lavoro per riuscire e rimetterlo in sesto»
Il problema del Piroscafo Patria costruito a Sestri Ponente nel 1926 per conto della Società Lariana e lungo 53 metri, capienza massima 250 persone, non sono le erbacce, il guano dei piccioni e la scarsità d’acqua di questa estate anomala nel lago, che pure sono notevoli. Ma la mancanza di dialogo tra le parti. Ossia tra le istituzioni che dovrebbero averne a cuore il futuro.
Il problema è la mancanza di dialogo
Parola di Massimo Gozzi, massimo esperto di storia della navigazione lacustre lariana. Come noto il Patria è ormeggiato davanti a Villa Olmo, in attesa che il gestore che ha vinto il bando di Villa Saporiti possa attivarsi per recuperarlo. E sono ormai quasi quattro anni che la società “The Lake of Como Steamship Company” di Enrico Guggiari e Giorgio Porta si è costituita per partecipare al bando della Provincia di Como, pubblicato il 12 settembre 2018 per l’acquisizione di proposte per l’affidamento in concessione e gestione del piroscafo Patria.
Si intendeva farlo diventare «un ricercato mezzo per gustare il lago abbinando le bellezze naturali a programmi di visite alle ville e giardini, intrattenimenti sportivi e culturali ed esperienze culinarie: lo staff a bordo saprà indirizzare gli ospiti in funzione delle loro inclinazioni» con una stagione di sei mesi di navigazione. Ma serviva e serve un passaggio cruciale. Ottenere dalla Navigazione Lago di Como un accordo per l’utilizzo – a titolo oneroso - dei sistemi di alaggio, per le manutenzioni ordinarie e straordinarie e quanto richiesto per le certificazioni di navigabilità. Prima della pandemia si pensava addirittura di trasformarlo in albergo galleggiante per facoltosi croceristi, ora il progetto di restauro approvato dal ministero dei Beni culturali prevede interventi meno invasivi e costosi.
Si pensava di trasformarlo in un albergo galleggiante
Ma tutto è fermo al palo e intanto in maggio c’è stata anche una interrogazione parlamentare del parlamentare comasco di FdI Alessio Butti sullo stallo del Patria al ministero delle Infrastrutture e a quello della Cultura. «Occorre che gli attori della questione Patria collaborino di più tra loro e che un soggetto terzo o uno di loro si impegni a fare da coordinatore – dice Gozzi - La Navigazione sostiene che le servono gli attracchi per le sue attività di scalo, e dall’altra parte ci sono Roma ossia il ministero e c’è l’armatore comasco ossia l’amministrazione provinciale che ha in carico la manutenzione ordinaria e straordinaria del bene. Per finire c’è chi ha vinto il bando ossia la società privata di gestione».
Gozzi in qualità di storico della navigazione lariana è consulente del ministero dei Beni culturali e della Soprintendenza proprio per questo genere di natanti e ha steso la relazione tecnica per conto del ministero che poi ha approvato il progetto di restauro finalizzato alle crociere. «Ma il dialogo mancante è la chiave dello stallo - ribadisce - sono tutti enti che tra loro non si parlano e quando lo fanno lo fanno in modo non costruttivo e invece occorre il dialogo per il bene dello stesso Patria. Che non è stato ancora ceduto alla società appaltatrice perché per formalizzare quest’ultimo passo occorre essere sicuri che l’ente navigazione, che è governativo, metta a disposizione gli scali per la manutenzione. Intanto il piroscafo come è noto soffre, come tutte le cose che galleggiano e non sono manutenute. È davvero malmesso. Eppure basterebbero pochi mesi di lavoro, e qualche centinaio di migliaia di euro, per vederlo navigare. Ormai l’estate 2022 ce la siamo giocata, speriamo nel 2023».
Basterebbero pochi mesi di lavoro per farlo navigare
Un messaggio forte che si spera arrivi al nuovo governo dopo le elezioni politiche di settembre. «Il ritorno in navigazione del Patria è una operazione culturale e non solo di puro business – avverte Gozzi - dato che è imperniata sulla tutela di un valore storico del bene. Occorrerà sostituire alcuni componenti che non sono sufficienti come gruppi elettrogeni, e all’esterno occorrerà una bella mano di vernice, il rifacimento delle superfici ammalorate dal maltempo ed è previsto l’uso di legni di pregio data anche la clientela medioalta cui si vuol puntare per le crociere. Inoltre va pagata una tassa e vanno effettuati sopralluoghi per registrare di nuovo il Patria nel registro navale: senza l’abilitazione al servizio pubblico il natante può navigare solo trainato. Una volta pronto a partire, occorreranno sette persone di equipaggio, scelti tra i pensionati della navigazione del lago di Como esperti di questo genere di natanti».
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