Salvini da Caprani
e Letta con Berna
Il voto di Erba s’infiamma

Folla in piazza Mercato per il centrodestra. Scambio di accuse

Mauro Caprani e Matteo Salvini da un lato, Giorgio Berna ed Enrico Letta dall’altro.

La campagna elettorale è entrata nel vivo nella serata di del 27 maggio con uno scontro a distanza tra due candidati sindaci erbesi: al loro fianco i leader nazionali della Lega e del Pd. Caprani da piazza del Mercato a Erba ha attaccato gli sfidanti di centrosinistra, Berna dal Birrificio di Como ha bocciato senza appello le amministrazioni di centrodestra targate Marcella Tili e Veronica Airoldi.

Caprani e Berna hanno parlato in contemporanea, a 13 chilometri di distanza. A Erba la Lega ha organizzato una festa in piazza per presentare la lista guidata da Eugenio Zoffili e Erica Rivolta: sul palco hanno suonato i Noxout, ospite Salvini che è arrivato in città dopo un passaggio a Como per sostenere Giordano Molteni. A Como il provinciale del Pd ha invitato Letta al Birrificio, per sostenere insieme la candidata comasca Barbara Minghetti e il candidato erbese Berna.

Partiamo da Erba. Caprani, candidato sindaco di centrodestra, ha preso la parola prima di Salvini davanti a una piazza piena: ringraziamenti e complimenti di rito all’ospite della serata, poi è passato all’attacco. «Sono quello che secondo la sinistra è stato scelto dai partiti, calato dall’alto. Io dico viva la politica che ha saputo fare sintesi in nome dell’unità comune, sono onorato che la politica abbia fatto il suo mestiere». Caprani ha puntato il dito contro il centrosinistra che ha lavorato a una coalizione ampia per poi dividersi (Berna da un lato, Doriano Torchio dall’altro). «Il principale candidato oppositore (Berna, ndr) ha dovuto andare nei paesi limitrofi per trovare candidati consiglieri che nulla hanno a che fare con Erba per riempire le liste, salvo poi accusare noi di candidare a sindaco un uomo che non è erbese. Sono stato adottato da Erba 42 anni fa e ne sono orgoglioso».

Quanto ai programmi, ha concluso Caprani, «in quello di centrosinistra troverete molti “condivideremo”, “aiuteremo”, “ascolteremo”: non troverete mai la parola “faremo”. Nel nostro programma troverete solo “fare”, “faremo”, come abbiamo sempre fatto».

Riavvolgiamo il nastro e spostiamoci al birrificio di Como. Berna ha parlato ai sostenitori del Pd subito prima di Letta: «La speranza - ha detto - è che con il rinnovo del consiglio comunale possa cambiare qualcosa nella nostra città. Dopo quindici anni di centrodestra Erba è spenta, trasandata, sprofondata in un torpore da cui vogliamo risvegliarla sul fronte sociale, produttivo e commerciale. È una città con tante chances, ma ripiegata su se stessa».

L’obiettivo di Berna è «amministrare per guardare al futuro e ai giovani. Puntiamo ad avere una città più bella, accogliente, viva, attraente, solidale, ordinata, sicura e più verde. Il rilancio partirà dalle tante associazioni di volontariato, un grande serbatoio di potenzialità. E nei primi cento giorni ci dedicheremo solo all’ascolto dei cittadini con otto consigli comunali aperti: sarà molto utile per l’amministrazione, la maggioranza e la minoranza».

E i leader? Anche fra loro non sono mancate le stoccate, ma le punzecchiature a distanza fra Salvini e Letta ormai non fanno più notizia.

Da Erba Salvini ha chiesto di fermare i rifornimenti di armi all’Ucraina e ha ribadito di essere pronto a tutto per la pace: «Se per la pace c’è bisogno di andare a Kiev o a Mosca a piedi, io lo faccio». La replica di Letta dal Birrificio: «Salvini vuole andare a Mosca? Non mi stupisce, va dove gli batte il cuore». E avanti di questo passo.

(Luca Meneghel)

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