Sanità, la protesta dei pazienti
«In attesa dell’esame mi sono aggravato»

Le storie e la rabbia di tanti comaschi - «Per le cure di mia moglie tremila euro in un anno» - «Tempi lunghi per lo specialista nonostante il tumore»

Senza la possibilità di fissare per tempo un appuntamento per una visita o un esame la prevenzione e il diritto alla salute scricchiolano.

Sono tanti i cittadini comaschi che segnalano difficoltà nel prenotare prestazioni sanitarie, non c’è mai posto, alcuni di loro in attesa vedono perfino peggiorare le loro condizioni di salute. L’unica alternativa rapida possibile è pagare. Il problema, già cronico due anni fa, si è aggravato per colpa della pandemia.

«Avevo una colonscopia da fare nel 2020, nei momenti più spaventosi della pandemia – racconta Fabio Recalcati , cittadino comasco – e purtroppo l’ho rinviata per paura del Covid. Ci ho impiegato quasi due anni per trovare un nuovo appuntamento, con tutte le ormai solite difficoltà tra centralini, sito regionale e numero verde. Ho fatto l’approfondimento consigliato dal medico alla fine del 2021. Così però la prevenzione, di cui parlano da sempre tutti i più bravi specialisti, perde di senso, non è garantita».

Tanto più che volendo subito fissare il prossimo controllo non si trova ancora posto, se non tra un anno.

«Per alcuni esami, tra i quali di sicuro la colonscopia, bisogna aspettare il 2023 – spiega ancora Recalcati – a meno di pagare, perché pagando c’è sempre posto subito, nel giro di uno o due giorni. Con lo stesso medico, nello stesso ospedale e usando gli stessi macchinari. Ho deciso di pagare per le cure di mia moglie, a lei è stata prescritta un’ozonoterapia perché ha forti dolori. Dovendo attendere mesi e mesi ho preferito saldare privatamente seduta dopo seduta. In un anno avremo speso circa 3mila euro».

Succede sempre più spesso ai comaschi di pagare per ricevere in tempi ragionevoli visite per molte specialità mediche, dalla diabetologia alla dermatologia, è molto in difficoltà anche la cardiologia, oppure per fare Tac ed esami radiologici.

«Io dovevo fare una speciale risonanza magnetica – racconta Mario Tisat Trevisani , ex docente del Giovio – ma purtroppo per diversi mesi non ho trovato posto. Mi ha anche aiutato la mia dottoressa, ma niente. La mia ricetta a fronte di alcuni sospetti clinici aveva una certa urgenza, ma a metà maggio del 2021 i primi appuntamenti disponibili erano in estate. All’ultimo mi hanno chiamato per un posto il giorno dopo Ferragosto, ma proprio non sono riuscito, ho rinunciato ed ho perso altri mesi».

Ma rinviare può avere un prezzo molto caro: gli ultimi accertamenti hanno individuato una patologia grave già in corso. «Si poteva evitare? Si poteva prevenire? - si domanda Trevisani – Adesso di sicuro mi trovo a dover affrontare una malattia che fa spavento. Avrei dovuto allora pagare, perché per quell’esame particolare c’era spazio subito anche in diversi centri privati. Bastavano tra i 700 e gli 900 euro. Ma non è così che dovrebbero funzionare le cose». Trevisani e i suoi familiari meditano di sporgere denuncia alle forze dell’ordine e di rivolgersi a dei legali.

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