Sassate contro le auto in sosta
Ne danneggia nove, poi lo arrestano

Straniero di vent’anni fermato dalla polizia dopo un raid vandalico in viale Innocenzo - È lo stesso che a febbraio aveva preso di mira una Tesla senza sapere di essere filmato

Como

Si rivede (e si risente, visto il frastuono che ha provocato l’altra notte) una vecchia conoscenza della polizia, di Como, uno che da un po’ di tempo a questa parte insiste a combinarne una più di Bertoldo: si tratta di Murad A. M., cittadino somalo di 21 anni, che qualcuno ricorderà per un raid messo a segno una notte dello scorso febbraio in via Pastrengo, dalle parti del ristorante Er Più, quando in due (con lui c’era un connazionale) presero a sassate una modernissima Tesla, senza immaginare che la macchina fosse dotata di un dispositivo di autoprotezione con telecamere che li filmò e consentì il loro arresto.

L’altra notte Murad lo ha rifatto, questa volta accanendosi contro nove autoveicoli parcheggiati a ridosso dell’intersezione tra viale Innocenzo XI e via Borsieri, anche in questa occasione servendosi di pietre per mandare in frantumi i parabrezza, così, senza alcuna ragione apparente.

L’equipaggio di una volante intervenuta pochi istanti più tardi lo ha rintracciato e fermato a qualche centinaio di metri, in via Carducci, caricandoselo in auto e trasferendolo in questura. Murad non era molto d’accordo, se è vero, come risulta dagli atti, che proprio negli uffici dove gli agenti avrebbero dovuto procedere alle operazioni di identificazione, il giovane ha dato in escandescenze, finendo per essere arrestato non solo per il danneggiamento delle auto ma anche per resistenza.

Il fermo è stato convalidato ieri mattina in tribunale, durante il processo con rito direttissimo. Il giudice ha accolto una richiesta di rinvio presentata dalla difesa. Si torna in aula il 17 settembre, nel frattempo, però, il giovane somalo aspetterà in carcere, al Bassone, in regime di custodia cautelare. Finora gli era sempre andata bene nonostante i precedenti sia per danneggiamento che per lesioni personale e spaccio: regolare sul territorio nazionale in quanto destinatario di una misura di protezione internazionale, era sempre tornato a piede libero: dopo avere semidistrutto la Tesla in via Pastrengo, a febbraio, era stato condannato a 12 mesi sospesi con la condizionale e con li vincolo di attivare un percorso di lavoro nell’ambito della cosiddetta “pubblica utilità”. Non è chiaro come sia andata a finire, anche se il vizio di spaccare le auto gli è rimasto.

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