Sbaglia assegno, multa di 6mila euro
Lo Stato non perdona il pensionato

Ha utilizzato un titolo di credito privo della dicitura “non trasferibile”

per pagare la retta della casa di riposo di papà. Legge inflessibile

La lotta al riciclaggio da parte dello Stato italiano passa attraverso una multa da 6mila euro a un pensionato che, per pagare la retta della casa di riposo al padre, ha utilizzato un vecchio assegno delle Poste senza la dicitura “non trasferibile”. In un Paese dove la legge non ammette ignoranza, la storia del signor Francesco Quinto - simile a migliaia di altre in tutta Italia - è l’emblema di come le norme sanno essere insensatamente miopi.

Il signor Quinto, fino a cinque anni fa, guidava gli autobus della linea urbana di Asf. Poi è andato in pensione. Il suo è tutto tranne che il profilo del riciclatore di denaro. Eppure è bastato un banale errore, utilizzare un vecchio libretto di assegni, per finire nel mirino del ministero dell’Economia e delle finanze. «Lo scorso ottobre - racconta il protagonista, suo malgrado, di questa storia - ho provveduto a pagare la retta per mio padre, che è ospite in casa di riposo. Come faccio ormai da cinque anni ho firmato un assegno per la cifra di 1.852 euro, utilizzando un vecchio blocchetto di Poste Italiane, privo della dicitura “non trasferibile”. Nelle scorse settimane mi è arrivata una lettera del Mef che mi contesta di aver violato la legge e mi chiede di pagare 6mila euro a titolo di oblazione, se voglio evitare una sanzione tra i 3mila e i cinquantamila euro. Ma l’ultima cosa che volevo fare io era proprio quella di aggirare la norma antiriciclaggio». Ovviamente nei confronti dell’istituto di credito che ha emesso il blocchetto degli assegni di fatto non a norma e di quello che ha incassato l’assegno senza segnalare l’errore non è arrivata alcuna sanzione. Diverso il discorso sia per chi l’assegno lo ha firmato sia per il beneficiario, ovvero la casa di cura, che la legge indica come responsabili della violazione. La sanzione scatta per tutti gli assegni bancari privi della dicitura “non trasferibile” di importo superiore ai mille euro.

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