Sconto sulla benzina, prezzi troppo alti
E nessuno controlla il salasso

Fino a cinque euro in più per un pieno a Como rispetto Lecco e Monza. Assopetroli nega speculazioni. I consumatori: servitevi alle “pompe bianche”

Como

Il pieno a Como costa caro, fino a quasi cinque euro in più. Dati alla mano, rifornirsi di benzina nella città di Volta incide in misura maggiore sul portafogli rispetto ad altri capoluoghi, per esempio le vicine Lecco e Monza.

Per rendersene conto, è sufficiente andare a guardare i numeri (aggiornati di continuo) dell’“Osserva prezzi carburante”, del Ministero dello sviluppo. Facendo due calcoli, stimando un pieno attorno ai cinquanta litri, la spesa arriva a essere maggiore di dieci centesimi al litro. Sul singolo rifornimento, una cifra non alta. Se consideriamo quante volte “facciamo benzina” in un anno, la quantità e l’incidenza diventa significativa.

Nel concreto, al distributore Eni di via Cecilio un litro costa 1,679 mentre riempire il serbatoio 83,95. A Monza, in viale Libertà, con la stessa compagnia si spende 1,644: moltiplicato per 50 litri si arriva a quota 82,2 (un euro e 75 centesimi in meno). A Lecco, sull’altra sponda del Lario, si risparmia ancora di più: 1,639 per un pieno a 81,95 euro (due euro in meno rispetto a Como) in corso Matteotti, sempre all’Eni.

Il discorso resta sempre lo stesso pur cambiando “marca”: il distributore Total Erg cittadino di via Asiago fissa a 1,702 il litro di benzina e a 85,1 il pieno. A Monza, in via Cavallotti, identica compagnia, si deve tirare fuori dal portafogli 1,619 e, se si arriva a cinquanta litri, 80,95, ben quattro euro abbondanti in meno rispetto al capoluogo. A Lecco, invece, in corso Mattotti, il litro viene 1,639 mentre riempire il serbatoio costa 81,95 (tre euro e rotti in meno che a Como). La musica è la stessa pure con Q8: in via per Cernobbio si paga 1,704 al litro e 85.2 un pieno. A Monza, invece, con la stessa compagnia si spende 1,659 per un litro, 82,95 per cinquanta litri (due euro e passa in meno). Cifre più economiche sull’altro ramo del Lario: in corso Bergamo un litro costa 1,609 e un pieno 80,45.

La benzina più cara al confine è stato argomento di discussione in Regione, nell’audizione di giovedì pomeriggio, nella commissione Attività produttive del consiglio regionale, con l’Assopetroli. Quest’ultima ha negato speculazioni, mentre i consiglieri regionali Orsenigo (Pd) ed Erba (Cinque Stelle) avevano sottolineato le differenze di prezzo.

Prima dell’audizione dei produttori, c’è stata quella con il comitato consumatori lombardo, di cui Federconsumatori fa parte: «Rinviare a un monitoraggio è, sinceramente, piuttosto scoraggiante - commenta Mara Merlo, presidente dell’associazione lariana - nella fascia di confine il prezzo è in media più alto: la differenza è trasversale e non dipende dal marchio. Al netto della fascia d’oscillazione in città, c’è una discriminazione purtroppo in grado di vanificare e neutralizzare l’effetto della carta sconto. Se serve un monitoraggio su un campione, per rilevare anomalie così da intervenire, facciamolo: per quanto ci riguarda, siamo convinti ci fossero già gli elementi per un provvedimento regionale». E i consumatori cosa possono fare? «Ci sono le “pompe bianche” (distributori “no logo” a basso prezzo) anche in provincia - conclude Merlo - inoltre, si dovrebbe portare a termine un intervento sui produttori per calmierare il prezzo o rimodulare la carta sconto. Diversamente, continueranno le trasferte in Ticino per approvvigionamenti più convenienti con riduzione di entrate per distributori a ridosso del confine».

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