Scuola alle Regioni
«Attenti, rischiamo
di restare senza prof»

Verso la copertura di cattedre su base regionale. Scetticismo tra i dirigenti scolastici di Como. «Un bene se però ci arrivassero maggiori risorse»

Di tutte le battaglie sull’autonomia, la scuola è una fra le principali. Così, venerdì, il consiglio dei ministri scioglierà alcuni nodi per chiarire se Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna godranno di maggiore libertà d’agire su alcuni temi, fra cui l’istruzione. La domanda è: la scuola “regionale” converrà a studenti, professori e famiglie comasche? Al momento, complici i diversi punti interrogativi non ancora sciolti, da parte degli addetti ai lavori prevale la perplessità.

Per Nicola D’Antonio, preside della Ciceri, i punti interrogativi sono tanti: «Mi riesce difficile dire in anticipo se la proposta sia valida o meno. Bisogna capire diversi aspetti. Da dirigente, se arrivassero più soldi, sarebbe certo una notizia positiva. Ma andrà davvero così? La Lombardia sarà in grado di garantire risorse maggiori dello Stato su temi come l’edilizia scolastica? Quando le province sono state svuotate di potere, c’è stato un calo drastico degli investimenti».

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