Cronaca / Como città
Venerdì 29 Maggio 2020
Scuola, che caos sulla maturità
I presidenti hanno paura del virus
Un terzo dei posti nelle commissioni della provincia di Como risulta tuttora scoperto - Pesa la paura del contagio da Covid-19, anche per l’età media elevata
Como
Passano i giorni, ma la situazione non migliora. A poco più di due settimane dall’inizio dalla Maturità più strana mai concepita, a Como continuano a mancare docenti e presidi disponibili ad accollarsi la presidenza delle commissioni dell’esame di Stato.
Le domande, come nel resto d’Italia, al momento sono insufficienti a coprire il fabbisogno. In tutta la provincia, le commissioni sono 92 e, stando ai primi numeri, i posti sono occupati solo per due terzi. Una trentina, quindi, i presidenti mancanti.
In Lombardia, la regione più colpita dall’emergenza Coronavirus, su 1797 commissioni sono solo 1027 i presidenti che hanno dato la loro disponibilità. All’appello, quindi, manca il quaranta per cento.
Sono obbligati a presentare domanda i presidi delle superiori, mentre, è facoltativa per i dirigenti degli istituti comprensivi e i docenti delle secondarie di secondo grado con almeno dieci anni di servizio di ruolo (va bene anche chi è in pensione da non più di tre anni). Ma, quest’anno, poiché le commissioni sono composte tutte da “interni”, molti insegnanti sono già cooptati come commissari. Accanto a questo inghippo tecnico, gioca un ruolo fondamentale anche la questione Covid-19. Oltre alla preoccupazione per il contagio, il protocollo sanitario per lo svolgimento dell’esame si è conosciuto solo sabato scorso. Inoltre, molti fanno parte della fascia d’età più a rischio secondo l’Inail, quella cioè di chi ha più di cinquantacinque anni.
Per risolvere la situazione e “salvare” quindi l’esame, si aspetta una decisione del Ministero. Al momento, si può solo procedere per ipotesi, per esempio il cambio dei requisiti. Anni fa, ai tempi della riforma “Moratti”, bastava un presidente per tutte le commissioni di una scuola. Quale sarà però la scelta, al momento, non si sa.
A livello nazionale, come riportano i giornali, anche al Miur ammettono la preoccupazione, sottolineando di non essere mai arrivati così scoperti a ridosso dell’esame (peraltro, la prima chiamata risale al sei maggio). Alcuni direttori degli Uffici scolastici regionali sono arrivati alle telefonate personali ai docenti, chiedendo di rendersi disponibili.
Per il momento, si trovano solo online gli elenchi dei nomi dei presidenti. Se tutto andrà bene e i numeri saranno confortanti, per le assegnazioni bisognerà aspettare la prima settimana di giugno. Dopo, gli studenti potranno cominciare a scandagliare il web in cerca d’informazioni utili sul carattere dei loro presidenti.
Il “calcio d’inizio” è il 15 giugno, due giorni prima dell’inizio dell’esame, giorno in cui è fissata la riunione plenaria, dove si riuniranno le diverse commissioni per definire tutti gli aspetti organizzativi. Durante l’incontro verrà estratta la lettera da cui partire con la prova orale.
Intanto, nelle scuole, si stanno predisponendo le igienizzazioni dei locali, le aule individuate per l’esame, i dispositivi di protezione individuale e i percorsi d’ingresso e uscita.
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