Scuole, quanti problemi
«Mancano le mascherine»

A due giorni dal via, pochissimi dispositivi. Avvisi alle famiglie: «Pensateci voi, non basteranno»

Le mascherine? Meglio portarsele da casa, perché alle scuole ne sono arrivate pochissime, sufficienti solo per qualche giorno.

Nonostante le promesse da parte del commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri, le scorte di dispositivi di protezione individuale arrivate negli istituti cittadini non sono sufficienti nemmeno per una settimana. E non bastano le rassicurazioni arrivate recentemente circa un invio costante settimanale o bisettimanale: è meglio che gli alunni arrivino già “coperti”.

Quante incertezze

All’istituto comprensivo Como Rebbio, per fare un esempio, due settimane fa ne sono state consegnate duemila per una popolazione scolastica di circa settecento persone. Basterebbero per tre giorni. Ma si segnalano problemi in tutti gli istituti, da Albate a Prestino. Per non dire delle scuole superiori, al Teresa Ciceri per ora le mascherine sono addirittura a quota zero. «Non è ancora arrivato il secondo “carico” – spiega la preside di Como Rebbio Daniela De Fazio – Prendo atto della recente comunicazione, ma non posso rischiare di restare senza. Così, nell’indecisione, abbiamo predisposto una circolare in cui spieghiamo la situazione ai genitori e, al contempo, domandiamo che gli studenti si portino la mascherina da casa. Perché, se io lunedì cominciassi a distribuirle a tutti, già giovedì sarei senza e non ne avrei più».

L’idea è continuare in questo modo finché la scuola non riceva una scorta sufficiente da garantire la continuità del servizio. «Sono felice del chiarimento arrivato due giorni fa – continua De Fazio – ma noi non ne abbiamo ancora ricevute altre. Poi, forse era il caso di predisporre invii più massicci, così ogni settimana dobbiamo stare col patema d’animo, aspettando il carico».

La dirigente di Como Albate, Lucia Chiara Vitale, spiega: «Per il momento. abbiamo ricevute solo duemila mascherine. Mi fa piacere sapere che ne dovrebbero arrivare altre fra una o due settimane. Però, io sempre con duemila mascherine resto. Se le distribuissimo a tutti, potremmo garantire al massimo due giorni di apertura. Quindi chiediamo alle famiglie di dotare i propri figli dei dispositivi di protezione individuale».

Cattedre scoperte

Resta anche il problema dei docenti mancanti. Le nomine si concluderanno oggi, ma stando alle testimonianze dei plessi, i buchi sono numerosi. Negli altri anni, l’assenza degli insegnanti, pur essendo un comprensibile fastidio per presidi, studenti e famiglie, non pregiudicava l’avvio delle lezioni. Questa volta, invece, crea un sacco di problemi in più. «Noi, per esempio – spiega la preside di Como Prestino Simona Convenga – abbiamo ancora qualche “buco” alla primaria. E mi mette ansia perché andrebbe coperto al più presto». Peraltro, c’è ancora la partita aperta dei “lavoratori fragili” e le richieste, arrivate nei giorni scorsi alle segreterie da parte di professori che, affetti da più patologie, chiedono l’esonero.

Infine il capitolo dei cantieri. In molte scuole sono già terminati, in altre (per esempio Como Lago), dovrebbero finire domani. Ma altrove sono ancora in corso.

Nessuno dovrebbe creare problemi all’inizio delle lezioni, dicono.

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