Seggi, la grande fuga: otto presidenti su 10 hanno rifiutato

Elezioni A Como rinunce all’incarico da 64 su 78, poi sostituiti all’ultimo minuto. Record di quattro cambi per una sezione. E per gli scrutatori 140 no

A Como, domenica, il calcio non era protagonista come a Palermo. Eppure il caos ai seggi non è mancato.

Le elezioni nel capoluogo resteranno nella memoria storica dei comaschi per gli strascichi giudiziari post voto (destinato a finire sul tavolo del Tar di Milano) e per aver avuto i risultati definitivi soltanto ieri pomeriggio, oltre due giorni dopo l’avvio dello scrutinio. Cinque anni fa era stato uno solo il seggio bloccato, questa volta sono state tre le sezioni che non sono riuscite, in dodici ore, a scrutinare i voti. È stato infatti necessario portare le schede alla commissione centrale affinché le ricontasse. Parliamo di 512 votanti alla sezione 19 di via Fiume, 540 alla sezione 50 e 415 alla 51, entrambe in via Cuzzi a Camerlata.

Polemiche, seggi bloccati, contestazioni sulle preferenze e sulle schede stanno caratterizzando il post voto. Insomma, il caos. E adesso emerge anche un ulteriore elemento, quello relativo alle rinunce di presidenti e scrutatori che hanno creato più di un problema nella composizione delle squadre per la gestione delle 74 sezioni (a cui si sono aggiunti i quattro seggi speciali, cioè il carcere, Villa Aprica, casa di riposo Villa Celesia e quello Covid). Su 78 presidenti previsti hanno rinunciato all’incarico ben 64. Che, significa, qualcosa come l’82%. In parole povere, otto su dieci hanno declinato l’invito pur essendo iscritti negli appositi elenchi del tribunale.

Via Acquanera, lo scrutinio notturno. Video di Mauro Peverelli

Si tratta di rinunce, ma anche di rinunce delle rinunce. Il record spetta a un seggio dove, secondo quanto emerge da Palazzo Cernezzi, sarebbero state necessarie quattro sostituzioni. Giovedì in Comune cercavano disperatamente di trovare presidenti per comporre tutte le commissioni. Ai forfait dei presidenti - il compenso è pari a 282 euro - si è aggiunto anche quello degli scrutatori con 140 rinunce sui 304 necessari per garantire lo svolgimento delle elezioni. Numeri molto alti anche secondo l’amministrazione comunale, che si è trovata con una corsa contro il tempo senza precedenti per cercare di riempire tutte le caselle. Emerge anche che diversi presidenti si sono trovati per la prima volta a ricoprire l’incarico e che, in più di un caso, ci siano state difficoltà.

Segnalazioni in questo senso sono arrivate da Adria Bartolich (candidata sindaca di Civitas e il bene Comune), ma anche dal candidato del centrodestra Giordano Molteni che, in un post sul suo profilo Facebook nel quale annuncia il ricorso al Tar e ringrazia chi l’ha votato rimprovera chi «ha gestito la regolarità ai seggi in maniera approssimativa, con situazioni paradossali di impreparazione intollerabile in una democrazia come la nostra». E parla di «numerose interpretazioni ed irregolarità che necessitano di essere verificate».

Toni accesi e diverbi in molte sezioni

È evidente poi che il testa a testa tra due candidati, lo stesso Molteni e Alessandro Rapinese, con in palio il secondo pass disponibile per il ballottaggio (e conclusosi ieri con la vittoria del secondo per 102 voti sul primo) abbia fatto scattare sull’attenti i rappresentanti di lista presenti nei seggi. Tantissime le schede contestate e si parla di un numero, ma questo deve essere ancora certificato, che potrebbe superare le 600.

Proprio per calmare gli animi, in alcune sezioni, è intervenuta anche la Polizia locale presente ai seggi. Nessuna rissa, ma diverbi accesi, scontri verbali, accuse reciproche in qualche caso anche tra presidenti e componenti del seggio. In particolare gli agenti hanno dovuto riportare la calma in via Cuzzi, ma anche ad Albate.

In via Fiume, invece, è stata chiamata la digos perché alla sezione 19, quella bloccata, era stata riscontrata la presenza di rappresentanti di lista “accreditati” in altre sezioni dello stesso seggio e così i poliziotti hanno allontanato chi non aveva a che fare con lo scrutinio. La scia di polemiche ancora non è conclusa e ci saranno, prevedibilmente, nuovi capitoli.

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