Semina veleno per topi in piazza Cavour
Denunciato ambulante del mercatino

Voleva proteggere i prodotti esposti, ha finito per avvelenare un cane (sopravvissuto). Provvedimento della Polizia locale per “getto di cose pericolose”, ora l’area è stata ripulita

Con la fiera intenzione di difendere a spada tratta l’abbondanza di leccornie esposte nel suo “ridotto” in legno di piazza Cavour, uno dei commercianti del mercatino di Natale della Città dei Balocchi ha pensato bene di distribuire tutt’attorno al suo “casottino” una quantità imprecisata di veleno per topi, con il risultato di ritrovarsi indagato per “getto pericoloso di cose”.

L’episodio, cioè la distribuzione dei bocconi avvelenati, risalirebbe alla scorsa settimana, più o meno in concomitanza con l’inizio dell’attività di vendita. Il 30 novembre un cane ha azzannato uno dei bocconi avvelenati, salvo poi finire - in condizioni piuttosto critiche - nello studio del veterinario che sta tuttora cercando di salvargli la pelle (la buona notizia è che per uccidere un animale di quella taglia servirebbe un boccone un po’ più consistente di quello che il cane avrebbe a quanto pare ingerito). Alla denuncia della veterinaria, tenuta per legge a segnalare l’episodio alle autorità sanitarie, si è aggiunta nelle ultime ore anche quella della proprietaria, che ha indotto la polizia locale a svolgere qualche approfondimento. A una prima indagine eseguita sul campo l’altra sera dopo il tramonto con esito negativo (il buio non ha aiutato), se n’è aggiunta una seconda svolta ieri in condizioni di luminosità migliori.

L’esito? Gli agenti hanno effettivamente rinvenuto altri bocconi, distribuiti nelle aiuole della piazza nei dintorni della casetta “incriminata”, ottenendo anche una piena e candida confessione da parte dell’“untore”, il quale - a onor del vero e anche se la legge non ammette ignoranza - non sapeva che distribuire qualche bocconcino avvelenato per proteggere la mercanzia fosse reato. Insomma, denuncia inevitabile, pur tra tante attenuanti. Ora, il Comune dovrà cercare di capire se l’iniziativa sia stata conseguenza di una presa di coscienza diretta (cioè se il commerciante abbia effettivamente intercettato qualche pantegana affamata a zonzo tra i formaggi, i salami e i dolciumi esposti sulle bancarelle) o se invece abbia agito a titolo puramente preventivo, così, per potersene stare più tranquillo.

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