Sette malati in terapia intensiva
Cinque sono pazienti “no vax”

La rianimazione del Sant’Anna riapre ai contagiati - Il paziente più giovane in reparto ha soltanto 47 anni e non aveva mai voluto proteggersi con il vaccino

La terapia Intensiva dell’ospedale Sant’Anna da qualche giorno è tornata ad aprire i battenti ai pazienti più gravi colpiti dal Covid-19. Era da mesi che, in caso di necessita, i (pochi) malati con patologie importanti legate alla pandemia venivano girati direttamente sul Sacco di Milano, mantenendo il reparto dell’ospedale comasco “Covid-free”. L’ultimo paziente Covid nel reparto di Rianimazione era stato dimesso lo scorso 24 giugno. Erano stati 320 i pazienti seguiti a partire dal primo ricovero datato 22 febbraio 2020.

Ora, come ulteriore dimostrazione della quarta ondata ormai nel pieno della portata anche nella provincia di Como, la terapia intensiva del Sant’Anna – dal 3 dicembre – è stata di nuovo messa a disposizione dei malati Covid, come stabilito nell’ambito della riorganizzazione prevista a livello regionale. E in pochi giorni sono saliti subito a sette i pazienti ricoverati in rianimazione, cinque dei quali non vaccinati a fronte di due coperti con due dosi di vaccino.

L’annuncio è stato dato ieri direttamente dall’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Lariana. Dei sette pazienti, due sono residenti in provincia di Como mentre gli altri provengono da altre aree della Lombardia, ovvero da Lodi, Varese, Legnano e Monza. Il paziente Covid più anziano in Rianimazione ha 74 anni mentre il più giovane di anni ne ha 47 e non è vaccinato.

A fare il punto della situazione su quanto sta avvenendo nel reparto del Sant’Anna è il dottor Andrea Lombardo , primario di Anestesia e Rianimazione 2 da cui dipende la terapia intensiva Covid. «Dei sette pazienti che sono ricoverati - spiega il dottor Lombardo - cinque non hanno effettuato alcuna vaccinazione anti Covid. Gli altri due hanno ricevuto le prime due dosi. Questo lo dico perché è evidente che l’unica possibilità per rallentare ed invertire l’andamento dell’epidemia è il vaccino, unito a comportamenti corretti che rimangono quelli ormai ben noti, ovvero il distanziamento sociale, l’utilizzo della mascherina chirurgica e il lavaggio delle mani».

Nel piano di riorganizzazione regionale dei letti Covid disponibili nelle terapie intensive della Lombardia, al Sant’Anna erano stati chiesti otto posti, sette dei quali come detto già occupati. Non è quindi da escludere che si possa procedere ad un nuovo ampliamento degli spazi per degenti. La conferma arriva sempre dal dottor Lombardo: «Al momento la Regione ci ha chiesto l’attivazione di otto posti per il ricovero dei pazienti Covid – conclude il primario di Anestesia e Rianimazione 2 - Se l’andamento epidemiologico dovesse peggiorare è possibile che si debbano aprire altri posti letto».

Complessivamente l’ospedale Sant’Anna ha in carico (numeri aggiornati a ieri mattina) 66 pazienti Covid, di cui 61 già ricoverati in reparto (compresi i sette in terapia intensiva) e 5 in attesa al Pronto Soccorso del Sant’Anna. Come ricordato in precedenza, era da ben cinque mesi e mezzo che la Terapia Intensiva del Sant’Anna era Covid-free. Prima della nuova e recente riorganizzazione, infatti, i pochi pazienti gravi che necessitavano delle cure della Rianimazione venivano girati sull’ospedale Sacco di Milano, ovvero l’Hub di riferimento per l’Asst Lariana. Ora però il quadro è cambiato e da qui è derivata la necessità di alleggerire la pressione sul capoluogo regionale, tornando ad aprire le porte delle Terapie Intensive anche ad ospedali del territorio.

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