Stadio, furia Como
contro il Comune
«Basta ostacolarci»

Durissima reazione dopo il no al sintetico.«Se continua così dovremo rivedere i nostri piani»

Adesso è guerra fredda. Il “no” al campo sintetico dello stadio Sinigaglia da parte del Comune di Como (seppure per un parere tecnico e dunque rivedibile) ha scatenato la reazione della società calcistica. Con un comunicato (lo leggete integralmente a parte) in cui per la prima volta la società di proprietà del magnate indonesiano Robert Budi Hartono (ma gestita in loco dal manager americano Michael Gandler nel ruolo di Ceo) esprime nervosismo nei confronti dell’interlocutore istituzionale sulla vicenda dello stadio.

La presa di posizione

Un comunicato che da una parte accusa l’amministrazione, o il suo ufficio tecnico, di essere stata poco chiara nella richiesta della documentazione che da palazzo Cernezzi si ritiene non sufficiente. Dall’altra si mette in discussione la futura strategia sull’impianto, non solo per il sintetico ma anche per il “progettone” della riqualificazione dell’area. In sostanza: il Como è scocciato dalla situazione. E la vicenda, il permesso mancante per il sintetico, viene ritenuto come un incidente diplomatico importante.

«In questi mesi di lavoro - si legge - , nonostante le ripetute richieste di incontri da parte della società per una discussione sul progetto, i riscontri da parte dell’ufficio tecnico comunale sono sempre stati vaghi e, per di più, le comunicazioni sono giunte in ritardo». Il Como, dunque, si sorprende di come possa essere ritenuta insufficiente una documentazione tecnica dopo tre mesi di colloqui fitti, in cui (a dire della società) quelle stesse documentazioni non sarebbero state richieste. Nei corridoi di Palazzo Cernezzi, invece, si vocifera di una relazione molto scarna, impossibile da accettare in quella forma. Dov’è la verità? L’unica che abbiamo in mano è il malumore del Como.

Che prosegue: «Questa situazione, che sta di fatto ostacolando investimenti e progetti ad ampio respiro di una società con una proprietà solida, che punta sulla riqualificazione dell’area e che ne ha le possibilità tecniche ed economiche, se reiterata, porterà ad un inevitabile ripensamento sulla strategia da adottare per la riqualificazione totale dell’impianto». Una sorta di minaccia. E cioè: il Como ritiene sin qui di aver valutato le cose cercando di fare una strategia a braccetto con il Comune (cosa che riguarda più il “progettone” che non il sintetico), ma adesso è pronto a lavorare da solo, fare un progetto in autonomia senza più interpellare nessuno e presentarlo nudo e crudo.

Malumori

Infine il nome e il cognome sul destinatario della lamentela: «La società ha richiesto fin da ieri un urgente incontro con l’amministrazione comunale e il Direttore del Settore Opere Pubbliche, architetto Andrea Pozzi, per condividere le specifiche e i requisiti necessari in modo da poter realizzare il terreno di gioco in erba sintetica».

In soldoni, come era successo con Enrico Preziosi, la storia si ripete: la strategia sullo stadio partorisce malumori, rallentamenti, buche e colpi di tosse. Entro pochi giorni è lecito aspettarsi un nuovo incontro tra le parti. Se avverrà, significherà che il problema è veramente tecnico, e non mancheranno le soluzioni per eliminarlo anche in fretta. Se l’incontro tarderà, o peggio dovesse essere rimandato a dopo le vacanze (impedendo la realizzazione del campo sintetico, ritenuto dalla società come il primo passo di ammodernamento del Sinigaglia), allora significherà che qualcosa, nelle intenzioni e nelle filosofie, davvero non torna. Con esiti difficili da immaginare. O forse facili...

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