Cronaca / Como città
Martedì 15 Ottobre 2019
Stangata sui Balocchi
Il prefetto dice no
alle luci animate
Timori per la gestione della folla in piazza dopo il pienone registrato l’anno scorso a Sant’Ambrogio. Il consorzio presenta un piano, ora si attende il responso
A poco più di un mese dalla data di apertura e alla vigilia del suo 26esimo compleanno, la grande festa del Natale comasco - la Città dei Balocchi - è a rischio: memori delle disavventure dell’edizione 2018, chiusa tra mille polemiche legate alla gestione di una bolgia che raggiunse il culmine nel ponte di Sant’Ambrogio, prefettura e questura hanno posto come condizione necessaria al via libera l’adozione di una serie di contromisure di sicurezza che stanno mettendo seriamente in difficoltà gli organizzatori. La memoria corre al 3 giugno 2017 quando in piazza San Carlo, a Torino, uno spray urticante al peperoncino innescò un reazione di panico incontrollata che, a sua volta, provocò la morte di due persone e il ferimento di circa altre 1.600.
Il tema, in altre parole, è quello della gestione della folla in situazioni di emergenza in un città che, in quest senso, offre garanzie insufficienti, almeno secondo il punto di vista di questura e prefettura: spazi stretti e superfici ridotte, inadeguate alle “dimensioni” di un evento che nel 2018 attrasse un numero di visitatori - specie nei weekend - del tutto sproporzionato.
Il prefetto ha chiesto che nei fine settimana l’organizzazione rinunci, per esempio, alle luci animate, quelle che, proiettate sul Broletto, tanto successo riscossero lo scorso anno. Più che una richiesta quella del prefetto sarebbe una disposizione senza appello: o così o niente Città dei Balocchi. Non solo. Agli organizzatori del consorzio Amici di Como, prefettura e questura hanno imposto una serie di ulteriori prescrizioni, più o meno imprescindibili.
La prima riguarda l’arruolamento di almeno venti stewart, sul genere di quelli che prestano servizio ogni domenica negli stadi. Serviranno a gestire i flussi di visitatori coadiuvando le forze dell’ordine, che difficilmente potranno garantire, da sole, una presenza massiccia e analogamente costante.
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