Cronaca / Como città
Sabato 24 Settembre 2016
Stazione svuotata, ma ora i migranti
si accampano per la strada
Allontanati dal centro della Cri venti “abusivi” . Riparo nella notte a Rebbio, altri respinti dalla Svizzera. Resta alta l’allerta in città . L’emergenza non è finita. Si è soltanto spostata
L’emergenza migranti non è finita. Si è solo spostata. Dalla stazione all’esterno del centro di accoglienza in via Regina Teodolinda. Mentre mercoledì si sono concluse le operazioni di pulizia dello scalo ferroviario e del suo parco, il centro di accoglienza governativo gestito dalla Croce Rossa Italiana, ha raggiunto e superato di cinque unità l’annunciata quota 300. Ma le riammissioni in Italia, come testimoniato pure dagli ultimi dati delle guardie di confine svizzere, sono in aumento e durano tutto il giorno arrivando fino alla sera e oltre l’orario di chiusura dei cancelli della struttura, fissato alle 22.30.
Così, nella notte tra mercoledì e giovedì, la parrocchia di Rebbio ha accolto 45 migranti: circa un terzo erano stati respinti in dogana e si stavano incamminando verso la struttura piena e chiusa. Gli altri, invece, sono stati messi fuori dai cancelli perché sprovvisti di badge dopo un controllo improvviso notturno nei container, effettuato mentre tutti dormivano.
Le polemiche non mancano: ieri, la segretaria cittadina della Lega Nord Alessandra Locatelli ha pubblicato alcune foto di giacigli improvvisati sul proprio profilo Facebook con relativo commento: «Aggiornamenti dal ghetto della vergogna: è pieno! Non c’è più posto! E adesso? Dove li metteranno? Per ora chi è arrivato stanotte da Milano o respinto dalla Svizzera ha dormito qui davanti! Siamo alla follia dell’assurdo! Complimenti, ottimo lavoro! Questo è il risultato più che prevedibile di chi si è spremuto le meningi per concepire questo schifo! Ne sono arrivati altri, hanno preso un cartone che era lì per terra e si stanno posizionando tra le macchine in sosta».
Al momento, quindi, non è chiara la sorte dei migranti prossimamente in transito nella città qualora il centro continuasse a essere pieno.
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