Stop al nuovo centro migranti
«Fondi non più disponibili»

L’annuncio dall’assessore Corengia. Pd e Civitas all’attacco - Rapinese e il centrodestra esultano: «Ora lo spazio si usi per il quartiere»

Como

L’ex centro di accoglienza di via Tibaldi a Tavernola non diventerà più un centro per richiedenti asilo. Il motivo? «I fondi (457mila euro, ndr) messi a disposizione a suo tempo dal ministero non sono più disponibili e sono stati riassegnati ad altri». A dirlo, lunedì sera durante il consiglio comunale, è stata l’assessore ai Servizi sociali Angela Corengia, mentre si discuteva della mozione presentata dai consiglieri della lista Rapinese sindaco Paolo Martinelli, Alessandro Rapinese e Fulvio Anzaldo sulla destinazione dei locali. Lo stesso Rapinese nel luglio del 2017 aveva presentato un ordine del giorno all’assestamento di bilancio approvato con 21 voti favorevoli, maggioranza e la lista di Rapinese, 6 contrari (Pd e Svolta Civica) e tre astenuti (il sindaco come di prassi, Fabio Alotti del Movimento 5 Stelle e Patrizia Maesani) che impegnava sindaco e giunta « a valutare ogni qualunque azione amministrativa che possa impedire l’apertura dei nuovi centri migranti incluso quello di via Tibaldi a Tavernola».

La vicenda dell’immobile di Tavernola va avanti da alcuni anni: un accordo tra il Comune (amministrazione Lucini) e la Prefettura, il ministero dell’Interno aveva stanziato 475mila euro (sui poco meno di 700mila euro totali) per ristrutturare l’edificio da utilizzare per l’accoglienza. Come detto, ieri sera l’annuncio dell’assessore ai Servizi Sociali che ha spiegato che «dallo scorso anno l’amministrazione aveva preso contatti con la Prefettura per la concessione in comodato d’uso del centro di via Sacco e Vanzetti, a Prestino» al posto di quella di via Tibaldi. E poco dopo ha riferito che in una comunicazione arrivata in Comune lo scorso 19 dicembre la Prefettura ha fatto sapere che «la somma non è più disponibile» .

Le reazioni in consiglio comunale sono state diverse. Esultanza da parte della maggioranza e della lista di Rapinese. L’assessore all’Urbanistica Marco Butti ha commentato dicendo: «Dalla Prefettura, o meglio dal Ministero degli Interni, retromarcia sul centro d’accoglienza come chiesto con convinzione da anni. Ora a chi chiede la partecipazione dei cittadini, dei tavernolesi, rinnovo una delle proposte che avanzai quando ero in circoscrizione, ovvero la creazione di un presidio socio-sanitario, magari condiviso anche con i Comuni del Basso Lario. Dico una delle soluzioni perché occorre prestare ascolto del quartiere e del territorio».

Di parere opposto Guido Rovi (Civitas) che ha annunciato che chiederà chiarimenti: «Evidentemente è stato ritenuto opportuno non informare né i consiglieri né la cittadinanza della notizia. Il progetto era partito durante il mandato Lucini sotto l’assessore Magatti con lo scopo di liberare la struttura a Prestino e rendere questa disponibile, perché più adatta, per l’emergenza abitativa delle persone sotto sfratto,». E il capogruppo del Pd Stefano Fanetti ha aggiunto: «Pare che questo orientamento del ministero fosse stato palesato al comune già dal 2019. Imbarazzante che la giunta non si sia sentita in dovere di informare il consiglio e la città sul tema».
G. Ron.

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