Studenti, rabbia e delusione
«Nessun rispetto per noi»

Como: i ragazzi esasperati, ora si parla di ritorno in classe solo l’11 «Questa incertezza dimostra come l’istruzione non sia una priorità»

In classe è tutta un’altra cosa. Gli studenti lariani, alle prese ormai da mesi con la didattica a distanza, la cosiddetta “dad”, sentono la mancanza della scuola in presenza. Per questo, sebbene non manchino voci contrarie, è forte il desiderio di rientrare. Il continuo rincorrersi di notizie contrastanti e i cambi di scenario all’ultimo non sono certo confortanti. L’ultima ipotesi è il rientro in classe per le superiori l’11 gennaio, al 50%, e non il 7 gennaio. Ma non si escludono altri colpi di scena.

Le opinioni

«Per quanto mi riguarda – commenta Geremy Litargo, studente al terzo anno della Magistri – vorrei tornare a scuola, ovviamente in sicurezza. Frequento un istituto tecnico ed è forse ancora più importante essere in classe». La didattica a distanza non potrà mai sostituire la presenza, anche e soprattutto per le materie pratiche. «Speravo terminasse a dicembre la seconda ondata – aggiunge – ma, purtroppo, temo nuove chiusure e ho paura si prolungheranno le varie disposizioni». Peraltro, c’è chi non si è fatto scrupoli a violare il coprifuoco per festeggiare il Capodanno. «Magari – continua – gli stessi che chiedono di rimanere a casa da scuola perché preoccupati dai contagi».

Giulia Cavezzale è al terzo anno del Giovio: «Sono molto impaziente – racconta – non vedo l’ora di tornare. È ormai un anno che facciamo didattica a distanza, se si esclude la parentesi di settembre e ottobre: ho quasi paura d’aver perso l’abitudine. Stare in classe non è in nessun modo paragonabile con la “dad”, che a me non piace. Certo, sono consapevole sia necessario adottare tutte le cautele del caso e che rientrare non sarà mai come solo un anno fa, prima del Covid». La scuola prima della pandemia sembra appartenere a un’era geologica fa: «Non ricordo nemmeno più la sensazione – precisa – ci si scambiava la merenda, confrontavamo i compiti stando tutti vicini. Adesso sembra incredibile».

A Matilde Tarantino, iscritta al liceo di via Paoli, manca la lezione in aula: «Voglio tornare – spiega – è completamente diverso, l’attenzione è maggiore e c’è il rapporto con i compagni. In camera, da sola, è tutt’altra cosa. Certo, la questione dei contagi non è da sottovalutare e quindi, dall’altra parte, penso a cosa potrebbe comportare il ritorno in classe, sebbene all’interno dell’istituto ci siano le giuste misure e precauzioni: il problema riguarda principalmente i trasporti». Fra l’altro, a fine anno, lei come tantissimi altri comaschi, avranno la maturità: «Ancora non sappiamo come sarà».

Margherita Balestrini, studentessa del Volta, è delusa e arrabbiata: «Questa continua incertezza – sottolinea – dimostra come l’istruzione non sia una priorità in Italia, e un paese che non investe sull’istruzione non ha futuro. Le scuole dovrebbero essere messe al centro».

Gli orari degli autobus

Intanto, per adattare il servizio ai nuovi orari scolastici che prevedono un secondo orario d’ingresso mattutino e un nuovo orario di uscita pomeridiano, a partire da lunedì Asf rimodulerà gli orari «in modo da consentire agli studenti di muoversi in tutta sicurezza, garantendo un servizio efficiente e rispondendo alle loro nuove esigenze». Saranno aggiunte 150 corse. I nuovi orari sono sul sito asfautolinee.it. Nei giorni 7, 8 e 9 gennaio resta in vigore l’orario feriale invernale non scolastico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA