Svolta per negozi e bancarelle
«Finalmente, ma non basta»

Oggi la riapertura, pesano le limitazioni agli spostamenti - «Tamponi e certificato vaccinale per favorire le relazioni con la Svizzera»

Finalmente da oggi, anche in Lombardia i negozi potranno riaprire le porte ai clienti. Con il passaggio della Lombardia in zona arancione, dopo settimane in zona rossa, gran parte delle attività commerciali possono tornare a lavorare.

Restano al momento ancora esclusi bar e ristoranti che dovranno proseguire con l’asporto e il delivery.

Una boccata d’ossigeno per tante realtà che hanno dovuto ancora una volta fronteggiare uno stop per molti imprevisto e che ha messo in ulteriore difficoltà un comparto che sta pagando caro gli effetti dell’emergenza sanitaria.

«Siamo felici – ha commentato Marco Cassina, presidente di Federmoda Confcommercio Como – Ancora oggi non comprendiamo il senso di chiudere i negozi di abbigliamento e le oreficerie e permettere ad altre realtà similari di proseguire nell’attività. Non si sono infatti mai registrati focolai in questi negozi, tali da poter determinare la decisione di impedirne l’apertura. Per questo ci stiamo adoperando perché se in futuro dovesse presentarsi una situazione d’emergenza, sia concessa la possibilità a ogni negoziante di operare, lavorando su appuntamento così da evitare assembramenti. Sicuramente la zona arancione, con il divieto in vigore agli spostamenti fuori dal proprio Comune di residenza, rappresenta un forte ostacolo per la ripartenza, soprattutto se guardiamo a città come Como e all’impossibilità di raggiungere i capoluoghi. La nostra convinzione è che per pensare a una ripresa, l’approccio debba essere differente: facilitare gli spostamenti per favorire il mercato. È fondamentale ad esempio per una città di confine come la nostra ristabilire un contatto con la vicina Svizzera, favorendo l’arrivo di chi è stato sottoposto a tampone o addirittura è già vaccinato».

Anche i mercati potranno finalmente ripartire. In queste settimane infatti è stata concessa la possibilità di esercitare solo ad alcune categorie: ora finalmente tutti gli ambulanti potranno riprendere la loro attività.

«Possiamo chiudere questa lunga e difficile parentesi – ha dichiarato Carlo Tafuni di Confcommercio Como – La nostra campagna di sensibilizzazione portata avanti in queste settimane non si arresta: non accettiamo più che in un eventuale futuro passaggio in una zona con restrizioni maggiori tanti ambulanti debbano rinunciare ancora a lavorare. Lo slogan oggi è diventato “non fateci più chiudere”. L’auspicio è che anche le giornate siano favorevoli dal punto di vista meteorologico per favorire la circolazione delle persone e che tanti lavoratori riescano a risollevarsi dopo tanta sofferenza. Sarà impossibile sopperire alle perdite, ma ripartire aiuta a guardare con maggiore ottimismo al futuro».

Un rammarico resta per bar e ristoranti, ancora chiusi alla presenza del pubblico. «Speriamo che anche queste realtà possano presto accogliere i clienti in presenza: asporto e delivery o offrire ristoro ai soli dipendenti delle aziende convenzionate a pranzo, sono soluzioni temporanee, ma che non possono diventare una strategia definitiva», ha concluso Tafuni.

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