Cronaca / Como città
Domenica 10 Maggio 2020
Tamponi, adesso mancano i reagenti
Lunghe attese in ospedale per i risultati
Scarseggia a Como il prodotto indispensabile per l’analisi dei campioni in laboratorio. E i pazienti aspettano al Pronto soccorso. Il Sant’Anna: «Il mercato non soddisfa la richiesta»
Scarseggia il reagente per fare i tamponi, così i casi sospetti al Sant’Anna devono aspettare in Pronto soccorso i risultati in arrivo da Pavia.
A fronte di uno sforzo a livello regionale per aumentare i test e i controlli Covid, nelle ultime settimana anche l’ospedale di San Fermo ha attivato un servizio apposito in laboratorio per analizzare i tamponi. L’esame individua il virus nelle mucose, il Sant’Anna lo utilizza al momento per valutare i pazienti in arrivo al Pronto soccorso.
Un problema regionale
Però ora i prodotti chimici che servono per ottenere i risultati, scarseggiano sul mercato. Ospedali e centri non riescono a fare rifornimenti. Dunque diverse persone arrivate al Sant’Anna hanno a lungo dovuto aspettare in Pronto soccorso (l’esito del test serve per decidere se indirizzare il paziente a spazi Covid oppure non Covid).
La carenza di reagenti è un problema a Como ma non solo. Anche il presidente della Regione Attilio Fontana, commentando lo sforzo per aumentare il numero dei tamponi, ha sottolineato la difficoltà nel reperire i reagenti. Già mesi fa alcuni colleghi medici veneti nei loro ospedali auto producevano test e le relative soluzioni chimiche.
Disagi in corsia
Oggi la Lombardia è pronta ad arruolare anche laboratori di analisi privati, non per dare un servizio a pagamento ai cittadini singoli, ma per elaborare i campioni in arrivo da Ats e Asst. A Como è successo per esempio con il Synlba San Nicolò. Il passo successivo tentato dal Pirellone è un bando per reclutare laboratori anche fuori dai confini regionali, anche all’estero. Il requisito è il rispetto degli standard di qualità.
Negli ultimi giorni lo sforzo sui tamponi è passato da un bacino di 10mila analisi al giorno a 15mila, anche se l’annuncio dell’assessorato al Welfare punta a 30mila al giorno. Il grosso del lavoro è svolto dai grandi ospedali di riferimento milanesi. Poi però molto dipende appunto dalla disponibilità dei prodotti chimici. «Problema noto e all’attenzione – risponde l’Asst Lariana - Da tre mesi ad oggi la domanda di questi reagenti è cresciuta esponenzialmente e purtroppo il mercato fatica a soddisfare in fretta tutte le richieste. Di conseguenza può capitare che in assenza di tali reagenti i tempi di attesa per la processazione dei tamponi si allunghino. Per quanto ci riguarda in ogni caso, giovedì sera abbiamo ritirato una scorta per poter effettuare 400 tamponi, che processiamo internamente in 45 minuti e che utilizziamo in particolare per i nostri pazienti in regime di urgenza». Sul territorio ci sono anche altri problemi. Pazienti chiamati nei punti prelievi allestiti in provincia per i tamponi dall’Ats e fatti attendere per ore. Oppure persone di Como che sono state inviate in altri Comuni. E ancora cittadini che, fatto il tampone, stanno aspettando da oltre una settimana il risultato. Ovviamente chiusi in casa, con la paura di poter essere ancora contagiosi.
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