Tangenziale a metà,
parte lo scaricabarile

ìAlleati al governo attaccano a Regione, ma da Milano puntano il dito contro lo Stato assente

Il secondo lotto della tangenziale di Como è rimasto senza finanziamenti, mentre la Pedemontana ha incassato i soldi per completare le altre tratte. Sul tema la politica litiga mentre i comaschi restano in coda

Chiara Braga, deputata del Pd, se la prende con la Regione. «È inaccettabile la totale indifferenza con la quale la Regione ha annunciato il completamento della Pedemontana – spiega – facendo finta di dimenticare la tangenziale di Como. Spieghi piuttosto perché non l’ha reputata un’opera strategica». Secondo il segretario del Pd Enrico Letta come pure per il segretario della Lega Matteo Salvini, in visita sul lago la scorsa settimana, il secondo lotto va completato.

«C’erano diverse opportunità per trovare le risorse – dice Alessio Butti, parlamentare di Fratelli d’Italia oggi all’opposizione – all’epoca del presidente Roberto Maroni la Lombardia immaginava di usare risorse proprie, cancellando anche il pedaggio. È da mesi che suggerisco di inserire la tangenziale di Como tra le opere strategiche così da incassare i fondi. Ma niente, eppure tra le opere strategiche c’è finito di tutto. Le altre tratte della Pedemontana, un ente privato, sono comunque state finanziate. Non prendano in giro i comaschi».

Il progetto originario per completare il secondo lotto ammontava a 859 milioni di euro, un secondo disegno “a canna singola” riduceva la somma a circa 650 milioni. «Il M5S ha sempre considerato tangenziale e Pedemontana antieconomiche – commenta l’onorevole pentastellato Giovanni Currò – La Regione comunque si nasconde dietro a un dito, non inserisce il secondo lotto tra le opere strategiche per ottenere i fondi e ritiene che l’opera debba comunque essere finanziata da Roma. Da anni ascoltiamo promesse da marinai. Meglio pensare a investimenti sostenibili su ferro».

Nonostante un accordo ampio e un governo con una maggioranza larga e trasversale non se ne arriva ad una. «Nel dicembre dello scorso anno è stato approvato a Roma un ordine del giorno collegato alla legge di bilancio affinché il governo reperisca i fondi per realizzare il secondo lotto – spiega Claudia Marzia Terzi, assessore regionale alle Infrastrutture- è opportuno che il governo dia seguito a quel documento. Del resto la tangenziale di Como è di competenza statale perché attiene a un’autostrada di rilevanza nazionale come la Pedemontana. In seguito alle valutazioni di improcedibilità fatte a suo tempo, Regione Lombardia, pur non avendo una competenza specifica, si era fatta carico di realizzare un nuovo studio di fattibilità nel 2018, poi sottoposto al territorio. Stanti le attuali leggi nazionali non è quindi Regione Lombardia a dover finanziarie un’opera statale: serve un consistente finanziamento pubblico dello Stato non avendo, il secondo lotto, la possibilità di realizzazione con il solo apporto di risorse private».

Così dalla Regione

Possibilisti gli esponenti politici comaschi che guidano la Regione. «Fino ad ora il governo non ci ha messo una lira – ribatte il sottosegretario regionale leghista Fabrizio Turba – la Regione invece ha messo tutto quello che poteva per ultimare il corpo principale della Pedemontana. Per le opere connesse non ce la facciamo da soli. Salvo i cinquestelle siamo tutti d’accordo? Bene, non mi scompongo, finanziamo insieme l’opera domani. Come fatto per la Tremezzina».

«Il tavolo della competitività ha indicato la tangenziale come priorità – dice Alessandro Fermi (Forza Italia), presidente del consiglio regionale – il modello è la Tremezzina. Davanti ad un’opera pubblica con un impegno statale la Regione si impegna a mettere una quota parte. Dobbiamo sfruttare questo momento storico, con la ripartenza ci sono molti finanziamenti. Anche le infrastrutture strategiche a livello locale possono ottenere risorse nazionali».
S.Bac.

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