Traffico, male anche il Ticino. Quarantamila ore fermi in coda

Oggi intanto a Berna la proposta di introdurre sistemi di pedaggio più cari nei giorni e nei ponti festivi

Numeri da record quanto alle ore trascorse in coda nel 2022 sulle strade della vicina Svizzera. «Complessivamente si sono formati incolonnamenti per un totale di 39.863 ore. Si tratta del valore più alto mai registrato, in crescita del 22,7% rispetto 2021», ha fatto sapere l’Ufficio federale delle Strade. Non è un caso che tra i Cantoni che lo scorso anno ha registrato il picco di incolonnamenti il Ticino sia ai primi posti della graduatoria federale, seguito da Zurigo-Argovia, Basilea e Berna-Soletta. «Fra le cause domina ancora, per oltre l’85%, il “traffico intenso”. Un valore elevato che evidenzia la fragilità del sistema, diffusamente congestionato a livelli tali da determinare lunghi ingorghi e spostamenti impattanti verso la viabilità cantonale e comunale», ha aggiunto l’Ustra. Una considerazione questa che alle latitudini ticinesi chiama in causa direttamente anche l’alto numero di veicoli con targhe italiane che ogni mattina varcano il confine, ricordando le richieste - in taluni frangenti pressanti - dei sindaci ticinesi di confine per rompere l’assedio viabilistico che interessa ormai da tempo i rispettivi Municipi.

«Anche lo scorso anno sono state adottate diverse strategie per ridurre il numero di ore di coda, puntando tra le altre cose su un utilizzo più efficiente e razionale dello spazio stradale - si legge nel report federale -. L’effetto di queste misure sulle situazioni più difficili legate al traffico si è rivelata tuttavia insufficiente, per cui sono indispensabili anche potenziamenti mirati per risolvere criticità specifiche». La parola spetta ora alla politica, con i tecnici dell’Ustra che hanno individuato alcune efficaci soluzioni operative, ad esempio per iniziative di risanamento delle gallerie, «con la realizzazione di una nuova “canna” che potrebbe concretamente prevenire la paralisi completa del traffico in una determinata regione». Il modello è dunque quello adottato per la realizzazione del secondo “tubo” del Gottardo, che una volta ultimato (nel 2030) verrà aperto al traffico con la conseguente chiusura - per manutenzione - dell’attuale galleria, inaugurata il 5 settembre 1980. E proprio del traffico da record al tunnel del Gottardo, ieri il settimanale di lingua tedesca “Nzz am Sonntag” ha annunciato che nella giornata odierna sarà depositata una mozione bipartisan per chiedere al Governo di Berna l’introduzione di transiti a pedaggio variabile. Ciò significa che una volta introdotto, il pedaggio sarebbe più caro nei momenti clou dell’esodo e del controesodo lungo la galleria del Gottardo, come il fine settimana di Pasqua o la festività svizzera dell’Ascensione. Questo per alleggerire la pressione sulla più importante arteria di collegamento attraverso le Alpi.

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