Troppi droni nel cielo di Como: «Pochi rispettano le regole. Per gli aerei un pericolo»

L’allarme Nella zona dell’Aeroclub rischiano di causare incidenti con gli idrovolanti

«Spuntano droni come funghi». Giorgio Porta già presidente dell’Aero Club Como, lamenta la presenza di troppi velivoli pilotati da remoto in giro per la città e sul lago. Attrezzi guidati da persone senza patentino e senza permesso che nei cieli vicino all’hangar possono rappresentare un pericolo serio per le operazioni di volo degli idrovolanti. «Ci sono troppi droni, iniziano a diventare pericolosi – spiega Porta – vicino all’idroscalo il problema è serio, perché questi velivoli possono interferire con le operazioni di volo degli idrovolanti. Sono già diversi gli episodi di collisioni o di mancate collisioni con il rischio incidenti. Abbiamo anche testato dei possibili incidenti con la perdita di controllo e con un conseguente ammaraggio come misura di prevenzione e sicurezza».

Il turista sanzionato con una multa da 33mila euro

Per far volare un drone, oltre una certa dimensione, serve un patentino. La scorsa settimana un turista straniero ha ricevuto dalla polizia provinciale una multa da 33mila euro per aver fatto volare un drone senza permessi e senza assicurazione nella zona dell’hangar. Le forze dell’ordine hanno anche sequestrato il drone in possesso del turista. «Questi apparecchi sono veramente un problema serio – dice Porta - non solo a Como, sono spuntati ovunque come funghi. L’Enac, l’autorità di volo, ha recepito la direttiva europea e per prima ha pubblicato un regolamento sull’utilizzo dei droni. Questo regolamento è da tutti facilmente consultabile attraverso internet sul sito dell’ente governativo». In base alle disposizioni pubblicate dall’ente, intanto bisogna registrarsi sul portale d-flight.it e acquisire un codice Qr da apporre sul drone. La registrazione «è obbligatoria per tutti gli operatori che usano droni di peso uguale o maggiore a 250 grammi a meno che siano classificati come giocattoli e rispondano alla direttiva europea sui giocattoli».

Stessa regola per i droni che pesano meno, ma che abbiano una telecamera installata o che superino una certa soglia di velocità tale da trasferire in caso d’impatto un’energia superiore ad 80 joule. Per diventare piloti occorre seguire un corso, online pagando 31 euro, sempre accessibile dal sito dell’Enac. Sono una quarantina di domande, bisogna accedere tramite Spid per autentificare la propria persona. Più stringenti e in presenza gli esami per far volare mezzi all’estero in aree edificate. Come spiega qualche professionista dei media che usa i droni per lavoro, le regole sono scritte nero su bianco all’atto di vendita. Anche online, sul libretto delle istruzioni.

Il problema è che molti alzano le spalle, i più sono convinti di poter usare i droni senza patentino solo per divertimento, per hobby. Ci sono poi tanti turisti stranieri che fanno le riprese con i droni sul lago e che non conoscono le normative italiane, perché in altri Paesi le regole sono meno rigide. Fatto sta che le vendite di questi mezzi negli ultimi anni sono molto aumentate e come per ogni novità la regolamentazione è poco nota.

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